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La luce di Ground Zero e quegli squarci (illuminati) sull'Italia di domani

Paolo Massobrio mercoledì 23 agosto 2017
C'è una stanza, nella coraggiosa mostra "Il Passaggio di Enea" allestita al Meeting di Rimini, dedicata agli scatti del regista tedesco Wim Wenders a Ground Zero. E si vedono le macerie dopo l'attentato dell'11 settembre, illuminate da una luce speciale e naturale, raccolta in un istante. Una luce che invade mattoni, gru, suppellettili spezzati, per offrire una bella fotografia. Ha un significato molto forte questa stanza che riflette luce e si presta a molteplici letture: ricrea, dà forza, rende nuove tutte le cose, anche quelle più corrotte. E parla di qualcosa di presente, che arriva all'improvviso e rimette in movimento. Basterebbe solo questo per rileggere un evento che da 38 anni offre riflessioni, incontri, nonostante le riduzioni giornalistiche che hanno come lettura la politica, con le sue beghe personalistiche. Comunque quella luce, nell'estate dei record di presenze turistiche, io l'ho vista riecheggiare spesso, soprattutto al Sud, dalla Sicilia alla Calabria, dove magari la politica non ha più una visione, ma dietro l'angolo c'è un giovane che invece ricrea un angolo nel suo paese, che muove una microeconomia. A Longobardi di Calabria Francesco Saliceti con la moglie Giovanna offre la frittata di patate nella piazza di un paese antico, che sarebbe decadente e inospitale, se non fosse per quell'angolo di gusto nato da una forza di volontà, dal desiderio di una persona. Se vai a Noto o a Modica, le guide turistiche ti parlano del terremoto avvenuto nel 1600, e a Ragusa Ibla, l'antico convento è rimasto intatto, nei secoli. Oggi è un luogo di gusto, come lo sono le strade di Noto e Modica. Qualcuno ha amato questi luoghi, anzi questi angoli, creando un'ospitalità che è come la luce di Ground Zero. Lo ha fatto secondo una legge mai scritta, per cui «quello che erediti dai tuoi padri – titolo del Meeting di quest'anno – riguadagnatelo per possederlo». Fra Pozzallo e Rosolini, passando per Pachino e Capo Passero, questa rinascita è tangibile. Nuove cantine, investimenti in agricoltura, quasi una gara per riguadagnare un'eredità, che ha una sublimazione nel castello dei Tafuri, fra la tonnara e il faro di Porto Palo. Un'altra luce che illumina la fioca decadenza di chi ha inteso la rinascita con l'assistenzialismo, maceria di una politica che ha smesso di progettare per cercare solo il consenso. Che dire? Questa estate in giro per l'Italia è stata una sferzata di fiducia, ma chi mortifica ancora queste iniziative di microimpresa? Il tema del Meeting vale per tutti: per la politica italiana ed europea che ha bisogno di riguadagnare molto; per gli stessi organizzatori del Meeting, che dovranno pur pensare chi riguadagnerà l'eredità di questa luce di fine estate, che da 38 anni fa riflettere, in nome di una parola – amicizia – che è la chiave di quella simpatia umana che rimette in movimento.