Lotta dura alla contraffazione alimentare. Anche sul web e quindi in tutto il mondo. La linea perseguita dal Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali contro i falsi prodotti tipici italiani è nota da tempo; così come quella delle organizzazioni agricole, Coldiretti in prima linea, che hanno fatto della difesa del buon nome dell'agroalimentare nostrano all'estero uno dei loro cavalli di battaglia. In gioco, come si sa, miliardi di euro di prodotti che potrebbero essere esportati, ma che si vedono soffiare quote di mercato dalla concorrenza sleale, senza contare i posti di lavoro a rischio e quelli in più che potrebbero nascere. Lotta dura, certamente, ma che non si deve fermare. Per questo è stato importante l'accordo fra Governo e Alibaba Group (uno dei colossi mondiali delle vendite via web), per contrastare il commercio fraudolento di etichette alimentari falsificate; ed è altrettanto importante che in questi giorni si stia parlando di estendere l'intesa anche ad altre piattaforme di commercio elettronico del gruppo, comprese quelle B2C che solo in Cina contano 423 milioni di clienti registrati. L'obiettivo è sempre lo stesso: tutelare i consumatori negli acquisti online e i marchi, con particolare attenzione ai prodotti agroalimentari italiani di qualità certificata. E ha ragione il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, a dire che «siamo l'unica istituzione al mondo ad avere da oltre un anno un accordo proprio con Alibaba per proteggere i nostri prodotti, rimuovendo quelli falsi dagli scaffali virtuali come succede per i grandi brand».Serietà online, dunque, che dovrebbe fare bene anche ai mercati più concreti le cui dinamiche continuano a faticare lungo la strada della ripresa. Anche se qualche timidissimo segnale di cambiamento pare essere stato osservato. Ismea, infatti, ha indicato per maggio un rallentamento nella discesa su base annua dei prezzi all'origine dei prodotti agricoli. Stando alle rilevazioni, nello scorso mese rispetto ad aprile le quotazioni sono cresciute del 4,1%. Questa crescita, hasottolineato l'Istituto, ha attenuato la tendenza deflativa riducendo a -4,6% il divario negativo con maggio 2015. Al consumo, invece, Ismea ha registrato un + 0,4% rispetto ad aprile e +0,2% su base annua. Numeri tutti da verificare nei prossimi mesi e soprattutto da analizzare andando al di là del dato generale. Basta pensare che mentre il comparto delle "coltivazioni" ha totalizzato un +9,7% rispetto ad aprile e un -3,8% su base annua, quello della frutta da un anno all'altro ha sopportato un taglio del 14% e quello dell'olio extravergine di oliva del 37,7%. Ancora in calo poi tutti i prodotti zootecnici.