Ormai abbiamo fatto una certa abitudine a sentire la voce fuori campo di Rocco Tanica che con tono enfatico presenta le Paglionico, ovvero «le amazzoni del pulito, le valchirie dell’ammoniaca, le dominatrici dello spazzolone, cinque donne d’acciaio, una grande squadra, una sola famiglia». Le Paglionico (nonna, zia, mamma e figlie) arrivano dal profondo Sud con una missione: «Liberare le nostre vite dallo sporco con un’arma segreta, l’olio di gomito». Non era però scontato che un programma come Ti spazzo in due (il giovedì sera su Real Time e in anteprima su Discovery+) potesse arrivare alla terza stagione, anche perché racconta di cinque donne esuberanti, extra large, bionde tinte allo stesso modo e con lo stesso evidente rossetto, che puliscono e rimettono a posto case in condizioni pietose tra sporcizia e disordine. Quanto loro puliscano realmente non è dato sapere. Da un punto di vista televisivo l’importante è il risultato finale dopo averle viste, grazie al montaggio, in qua e là all’opera, magari dispensando consigli e rivelando qualche trucco del mestiere con un intento persino educativo, almeno sul piano della pulizia. Le Paglionico, in questi nuovi episodi, cercano anche di trasmettere il loro sapere alle nuove generazioni oltre a svolgere nel loro piccolo il ruolo di psicologhe di fronte ai casi umani che si trovano davanti. A questo punto più che una ditta di pulizie, le Paglionico sono un’impresa di spettacolo, tenendo conto che in televisione funziona la loro particolarità, il loro essere all’apparenza antitelevisive per poi dimostrarsi, accennando anche alle vicende personali, capaci di tenere la scena fino a diventare in qualche modo un fenomeno mediatico, a conferma che la tv può raccontare qualsiasi storia, se lo fa con tecnica e soprattutto, come in questo caso, con una buona dose di ironia.
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