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La libertà è servire gli altri non far quello che si vuole

Salvatore Mazza sabato 30 ottobre 2021
Tutti quanti parliamo di libertà. Libertà di pensiero, libertà di espressione, libertà dalle dittatura... E a tutti capita di discuterne, e quando succede novantanove volte su cento le discussioni sono senza fine. Perché l'idea di libertà non è per niente scontata. Anzi. Provate infatti a rispondere a queste due semplici domande: che cos'è la libertà? E a che cosa serve la nostra libertà? Chiedetelo a cento persone, probabilmente avrete risposte con cento sfumature diverse. Oggi a prevalere è l'idea che libertà sia poter fare tutto ciò che si vuole, quasi senza limiti, e spesso questa idea è associata al denaro e al potere. Più ho soldi, più ho potere, più sono libero. Così che la libertà diventa egoismo, l'io individuale sopra tutto e tutti.
Nel luglio del 2007, commentando all'Angelus la lettera di Paolo ai Galati, Benedetto XVI mise in risalto come «può sembrare un paradosso, ma il culmine della sua libertà il Signore l'ha vissuto sulla croce, come vertice dell'amore. Quando sul Calvario gli gridavano: “Se sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce!”, egli dimostrò la sua libertà di Figlio proprio rimanendo su quel patibolo per compiere fino in fondo la volontà misericordiosa del Padre. Questa esperienza l'hanno condivisa tanti altri testimoni della verità: uomini e donne che hanno dimostrato di rimanere liberi anche in una cella di prigione e sotto le minacce della tortura. “La verità vi farà liberi”. Chi appartiene alla verità, non sarà mai schiavo di nessun potere, ma saprà sempre liberamente farsi servo dei fratelli».
Dieci giorni fa, commentando lo stesso passo, Papa Francesco è andato ancora più in là. La libertà, ha detto, «non è un vivere libertino, secondo la carne ovvero secondo l'istinto, le voglie individuali e le proprie pulsioni egoistiche; al contrario, la libertà di Gesù ci conduce a essere – scrive l'Apostolo – “a servizio gli uni degli altri”. Ma questo è schiavitù? Eh sì, la libertà in Cristo ha qualche “schiavitù”, qualche dimensione che ci porta al servizio, a vivere per gli altri. La vera libertà, in altre parole, si esprime pienamente nella carità. Ancora una volta ci troviamo davanti al paradosso del Vangelo: siamo liberi nel servire, non nel fare quello che vogliamo. Siamo liberi nel servire, e lì viene la libertà; ci troviamo pienamente nella misura in cui ci doniamo. Ci troviamo pienamente noi nella misura in cui ci doniamo, abbiamo il coraggio di donarci; possediamo la vita se la perdiamo. Questo è Vangelo puro».
Tutto questo perché, ha spiegato Bergoglio, «non c'è libertà senza amore. La libertà egoistica del fare quello che voglio non è libertà, perché torna su se stessa, non è feconda. È l'amore di Cristo che ci ha liberati ed è ancora l'amore che ci libera dalla schiavitù peggiore, quella del nostro io... La libertà guidata dall'amore è l'unica che rende liberi gli altri e noi stessi, che sa ascoltare senza imporre, che sa voler bene senza costringere, che edifica e non distrugge, che non sfrutta gli altri per i propri comodi e fa loro del bene senza ricercare il proprio utile. Insomma, se la libertà non è a servizio – questo è il test – se la libertà non è a servizio del bene rischia di essere sterile e non portare frutto. Invece, la libertà animata dall'amore conduce verso i poveri... La dimensione sociale è fondamentale per i cristiani, e consente loro di guardare al bene comune e non all'interesse privato». È questa la libertà vera.