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La lezione di Saviano sulla camorra

Andrea Fagioli venerdì 6 ottobre 2017
ARoberto Saviano piace fare scuola. Il suo stile è professorale. Per cui niente di meglio di una vecchia aula universitaria, di quelle ad anfiteatro, per fare una lezione sulla camorra, anzi quattro, tante quante le puntate di Kings of crime, la prima serie factual (la realtà senza filtri) di Discovery Italia pensata anche per l'estero. Intanto mercoledì in prima serata ha debuttato da noi in contemporanea sui canali del gruppo (Nove e Real Time). Poi sarà esportata in America Latina, Spagna, Portogallo, Francia e Germania, grazie alle capacità produttive di un network internazionale, ma soprattutto alla fama di un autore ormai conosciuto in tutto il mondo anche per essere un condannato a morte dalla camorra. Partenza con la storia di Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo 'O Milionario, il boss napoletano alla cui vita Saviano si è ispirato per costruire il personaggio di Don Pietro Savastano di Gomorra. Interessante la descrizione di Scampia, il quartiere napoletano con le famigerate Vele, i palazzoni dominati dalla malavita («alveari di cemento con intorno vie che assomigliano ad autostrade»). Nel raccontare i luoghi, i meccanismi, il lessico e i riti camorristici, Saviano diventa efficacemente didattico. Dopo Di Lauro sarà la volta di El Chapo, il narcotrafficante messicano che più di ogni altro incarna il potere contemporaneo del crimine organizzato, e poi di un re della 'ndrangheta come Antonio Pelle, detto Ntoni Gambazza. Racconti supportati da un archivio video di materiali originali delle forze dell'ordine, atti giudiziari, interviste e immagini inedite: suoni, voci, volti e luoghi che restituiscono il paesaggio simbolico e fisico delle imprese criminali. Completa la serie la puntata-intervista al collaboratore di giustizia Maurizio Prestieri, andata in onda mercoledì in seconda serata dopo il racconto dedicato a Di Lauro, di cui Prestieri è stato per oltre vent'anni uomo di fiducia. Dall'intervista emergono particolari agghiaccianti di violenze, ma anche di una vita di lussi sfrenati: decine di milioni di vecchie lire anche solo per una cena o per qualche pregiata bottiglia di Dom Pérignon. Ne viene fuori una sorta di fenomenologia del boss mafioso nel rispetto dell'intento di Saviano che è sempre quello dell'analisi e della comprensione dei fenomeni di criminali.