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La lenta agonia della piccola Indi simbolo di tante “vite a perdere”

Umberto Folena martedì 14 novembre 2023
Chi una pagina intera, chi nulla. La tristissima vicenda della piccola Indi, giunta all’epilogo, rivela il suo potenziale etico e morale, ma anche politico e, purtroppo, ideologico. Chi racconta innanzitutto la tragedia di due genitori; chi si serve della stessa tragedia per le proprie strategie politiche. Ieri (13/11) sulla “Repubblica” e sulla “Stampa” niente, silenzio assoluto: forse perché davanti a una bimba morente è bene tacere; forse perché sarebbe stato imbarazzante dover raccontare il dolore dei genitori; forse perché sarebbe risultato impossibile ospitare parole come queste, con cui Paola De Carolis comincia il suo servizio sul “Corriere”: «Sapevamo che i genitori di Indi – Dean e Claire – erano pronti a combattere con tutte le loro forze. Ora sappiamo che anche Indi è disposta a lottare». Torna per loro la parola “inferno”: «Siamo di nuovo all’inferno» (“Corriere”) e «Lo strazio estremo, un inferno per i genitori» (“Giornale”, 12/11). Aperture di pagina anche per il “Giornale”; «La forza disperata della guerriera Indi. Dopo l’estubazione la bimba ha superato la crisi e si è ripresa»; “Libero”: «La passione di Indi: lotta per vivere»; “Quotidiano nazionale”: «Le ore più lunghe. Ma in caso di crisi è vietato rianimarla». Taglio basso per il “Messaggero”: «Ma l’ossigeno è a tempo». Pagina intera per la “Verità”, per la quale Indi è occasione per una campagna ideologica: «La battaglia progressista ai valori condanna Indi a una lunga agonia. Questa barbarie è il frutto della guerra contro la morale occidentale». Tinte ideologiche anche sulla “Stampa” (12/11) con la pagina affidata a Loredana Lipperini. Mentre la “Repubblica” (12/11), prima di scegliere il silenzio, offriva gli opposti pareri dello psichiatra Eugenio Borgna e di Beppino Englaro, padre di Eluana. Drastico Borgna: «Ma quale diritto avevano i giudici a decidere se la sua vita fosse o meno degna di essere vissuta? Nella mia professione ho sempre difeso esistenze che per altri erano vite a perdere». E i genitori? «Dovevano essere aiutati e ascoltati. La legge inglese ha calpestato ogni forma di umanità». Anche Englaro è un genitore ma, se gli viene chiesto a chi toccava decidere, risponde: «La scientificità dei medici che scelgono cosa sia meglio per la paziente». Diversi genitori, diversi pareri. © riproduzione riservata