Ogni volta vorremmo evitare di parlare del Grande fratello per non dire le stesse cose. Ma poi ogni edizione finisce per offrire spunti per considerazioni che diventano doverose visti gli ascolti che il reality di Canale 5 realizza. Insomma, lo vedono in tanti e con molta probabilità anche telespettatori insospettabili. Si dice addirittura che la stagione del GfVip 5 sarà prolungata da dicembre a febbraio. Per cui le considerazioni a cui ci obbliga questa edizione sono tante. Ci concentriamo su alcune. La prima è un interrogativo: cosa spinge un cantante come Fausto Leali a infilarsi a 75 anni in un tritacarne come questo per uscirne triturato, appunto, con l'etichetta di fascista e razzista? Bisogno di soldi, di visibilità? La passata stagione, oltre al quasi ottantenne Fabio Testi, è finita nella «casa» anche Barbara Alberti, nonostante la presunzione di intellettuale impegnata. Ma la vicenda Leali, al di là delle sue infelici sortite, ci offre lo spunto per una considerazione sul fatto che non si capisce con quale autorità o autorevolezza il Grande fratello e il suo conduttore Alfonso Signorini si ergono in più casi a tribunale di ciò che è bene e di ciò che è male. Per certi versi sono dei moralizzatori di cosa gli fa comodo, anche perché poi sfruttano situazioni come quella di Gabriel Garko con il suo coming out a strategia temporale. Cosciente o incosciente il popolare attore è stato due volte vittima del sistema che denuncia. Nella puntata in questione è apparso davvero sofferente, ma il Grande fratello lo ha tenuto sulla graticola (con tanto di impropria ostentazione dell'ennesimo Rosario), ci ha costruito una serata per poi chiudere con il «segreto di Pulcinella» e rimandare la vera confessione a un altro programma di Canale 5, Verissimo. Dopo di che Garko è stato ospite anche della D'Urso (sempre Canale 5) e argomento di tutti i talk. Tornando al GfVip, soprassedendo sugli squallidi battibecchi di lunedì scorso e sulla nausea per l'uso continuo degli appellativi «amore» e «tesoro», l'ultima considerazione riguarda la lacrima facile: quanto si piange al Grande fratello non si piange da nessun'altra parte e la conseguente battuta sugli effetti del programma sarebbe fin troppo facile.