Rubriche

La Gerusalemme «rivelata»

Pier Giorgio Liverani domenica 11 novembre 2012
Dopo la visita di Piergiorgio Odifreddi, si dovrebbe poter finalmente parlare di una «Gerusalemme rivelata» (L’Espresso dell’8 novembre). Accompagnato nelle stradine e nei suk della città santa dall’israel–americano Robert Aumann, Nobel per l’economia e professore alla Hebrew University, e da «un tassista laico», il nostro esploratore è convinto di aver capito tutto e ora svela e rivela anche a noi i segreti dello «zuccotto» bianco o nero degli ebrei, dei «cappelli di pelliccia» dei fondamentalisti chassidim eccetera: tutte cose da «barbari». Ci rivela anche l’esistenza di un museo che «esibisce un ossario di Gesù, figlio di Giuseppe e uno di Giuda figlio di Gesù». Deduzione matematica: «La Gerusalemme cristiana è una specie di Las Vegas Celeste, in cui tutto è ovviamente fasullo, ma tutti fingono felicemente che non lo sia». Come, per esempio, «le due piattaforme di lancio leggendariamente usate da Gesù e Maometto per salire al cielo», da cui si deduce che «l’aria di Gerusalemme è particolarmente favorevole ai decolli umani». Una cosa (oltre alla città) non ha capito: «Che motivo ci sia di invocare un Dio che si suppone essere onnisciente e benevolo: dunque in grado di capire cosa ci serve». Il suo «Virgilio d’eccezione» (il Nobel economico) gli ha ricordato Esodo 22,22: «Se tu lo maltratti (la vedova o l’orfano), quando invocherà da me l’aiuto io darò ascolto al suo grido», ma il povero Odifreddi nemmeno allora ha capito. Per lui Gerusalemme è ancora velata. LA MULTIGENITORIALITÀ Da Il Fatto quotidiano (venerdì 9): «Bi–genitorialità, Co–genitorialità o Genitorialità diffusa sono le nuove frontiere della contemporaneità, per lo meno per quanto riguarda le nuove famiglie. “Io e la mia compagna – racconta Emma – stiamo aspettando un figlio assieme a una coppia sposata di nostri carissimi amici, che hanno accettato non solo di donare il seme, ma anche di diventare parte attiva nella crescita del bambino”. E come loro tanti altri casi: “Le mie due figlie, di 10 e 11 anni – racconta Sara – hanno un padre biologico, un carissimo amico mio e del mio compagno che non poteva avere figli, e un padre che diverrà adottivo. Viviamo tutti e quattro insieme”. E Paolo: “Mia moglie, dopo aver partorito, ha cambiato sesso”». Sulla famiglia il laicismo ha le idee chiare. Il Fatto, però, si lamenta: «Mentre in Italia non esiste alcuna forma di tutela per chi sceglie di vivere i propri affetti in modo non tradizionale, l’Europa va avanti nel definire un nuovo diritto di famiglia, tanto che in Olanda è stata appena presentata una proposta di legge per permettere a un bambino di avere più di due genitori riconosciuti». Questa notizia è arrivata da Facebook a Il Fatto, che conclude: queste sono «le nuove famiglie benedette dal web». Dove si vede che i “laici” hanno sempre bisogno di un linguaggio religioso e di un “prete”: la Rete. «WE CANNA» Sulla rete la bella foto di Obama vincitore che abbraccia la moglie Michelle ha invaso il mondo. In prima pagina, La Stampa l’ha definita «l’icona di un’epoca». Meno male: c’era il rischio che per icona scegliesse una omocoppia. Il titolo a tutta pagina del Manifesto (giovedì 8) per l’elezione di Obama è: «Yes we canna(bis)». Il “quotidiano comunista” è in pessime acque, e si aggrappa a una canna.