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La gara tra Netflix e Prime e i costi record delle serie tv

Gigio Rancilio venerdì 8 luglio 2022
Chiunque venda contenuti nel digitale l'ha imparato da tempo: non solo è difficile convincere le persone ad abbonarsi a un servizio o ad una piattaforma, ma è ancora più difficile convincerle a rimanere abbonate. I motivi per cui questo accade sono diversi. I principali sono sostanzialmente due: ogni giorno ci offrono così tanti contenuti che è molto facile sentirsi "sazi" se non addirittura "smarriti" davanti ad un'offerta così ampia. Il secondo motivo è che ogni giorno i media digitali ci offrono così tante cose gratis che ormai siamo disposti a pagare (sempre meno peraltro) solo per contenuti che riteniamo unici e straordinari.
Non è un caso che le principali piattaforme video facciano a gara per avere contenuti sempre più spettacolari. Così, nonostante la recente perdita di 200.000 abbonati nel primo trimestre del 2022 e le ultime stime, che ne prevedono altri 2 milioni in meno per questo trimestre, Netflix ha deciso non solo di non tagliare il budget per le sue serie tv ma di aumentarlo. E i suoi rivali si sono mossi di conseguenza. Secondo il "Financial Times", in questa prima parte del 2022 alcuni dei più grandi gruppi di media e intrattenimento negli Stati Uniti pur di rivaleggiare con Netlifx hanno stanziato oltre 100 miliardi di dollari in contenuti.
Dal canto suo Amazon ha puntato moltissimo sulla serie "Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere" che debutterà su Prime Video il 2 settembre. Le indicazioni di Jeff Bezos erano chiare: creare una storia così imponente da potere rivaleggiare con "Game of Thrones", considerata la regina delle serie tv e costata alla HBO circa 100 milioni di dollari a stagione (partendo dagli iniziali 6 milioni ad episodio, per finire ai 15 milioni a puntata dell'ottava stagione).
Anche Netflix come accennato spende sempre di più. Per la serie "The Crown", considerata una delle più costose, ha investito circa 13 milioni di dollari per episodio. Per capirci la famosissima "House of cards", che contribuì a lanciare in tutto il mondo Netflix costò 4,5 milioni di dollari a puntata. Ma torniamo a Prime Video e al suo "Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere". Amazon ne ha acquistato i diritti nel novembre 2017 per 250 milioni di dollari. Se girerà tutte le cinque stagioni previste, supererà il miliardo di dollari d'investimento, facendo diventare "Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere" la serie tv più costosa di tutti i tempi.
Quella che potrebbe sembrare una gara tra giganti a chi produce la serie più spettacolare e costosa in realtà è una sorta di via obbligata nella quale si sono infilate tutte le piattaforme video. Perché, come spiegava tempo fa Scott Stuber, capo delle produzioni originali di Netflix, «una delle critiche giuste che gli abbonati ci hanno mosso è che facciamo troppo e non tutto è abbastanza fantastico». La vera sfida, come spiega l'esperto Lelio Simi, «per Netflix e tutti gli altri sarà quella di spendere nei prossimi anni meno e meglio per i loro contenuti originali, concentrandosi su un numero minore di produzioni ma rendendole più rilevanti».
Non solo, per contenere i costi degli abbonamenti (che sono una delle ragioni della diminuzione di abbonati) le piattaforme inevitabilmente si apriranno presto alla pubblicità. Ma con questo diventeranno sempre più simili ad altre offerte tv dalle quali sostenevano di essere molto diverse.