La forza mistica delle laude del 1200 rivive nel Coro di Cl diretto da Molino
Sorte verso la metà del XIII secolo nell'ambito comunale dell'Italia centrale, le compagnie dei laudesi erano volte principalmente alla promozione della partecipazione diretta dei fedeli alle funzioni religiose, attraverso brani non liturgici in lingua volgare che rappresentavano la sempre più evidente affermazione di un'esigenza espressiva di carattere popolare; patrimonio artistico e devozionale unico al mondo, le laude vibrano così di una verità e di un'intensità comunicativa senza pari.
Il canto che si fa preghiera nella preghiera che si fa canto; in questo intreccio indissolubile non possiamo non lasciarci ancora oggi coinvolgere dalla disarmante bellezza, dallo stupore gioioso, dal piglio schietto e appassionato di splendidi brani come Laude novella e Altissima luce, Cristo è nato et humanato o Salutiam devotamente. Raccogliendo l'invito con cui don Giussani chiude la sua breve testimonianza sul tema delle laude: «Che questi bellissimi canti diventino la voce del nostro cuore: risveglino la nostra coscienza, acuiscano la domanda di ciò che è già dato, siano l'espressione adorante e filiale della nostra preghiera».