La disfida delle tasse e il confronto con il «fattore M»
Si tratta, va detto con chiarezza, di proposte molto diverse. Quella di Nicola Rossi è un progetto di rivoluzione fiscale affascinante e articolato, che si rivolge (implicitamente) al centrodestra e che propone di incidere sia sul fronte delle entrate dello Stato che su quello della spesa pubblica e dei servizi sanitari forniti ai cittadini. Ma è considerato da molti irrealizzabile e troppo regressivo: un'aliquota unica posizionata ad un livello così basso non era comparsa finora neanche nei sogni più arditi dell'ala più libertarian dei Repubblicani americani. La proposta di Matteo Renzi è più realizzabile, nonostante la freddezza mostrata dalla Commissione europea, darebbe finalmente una risposta di giustizia alle famiglie avrebbe effetti positivi sulla capacità di crescita del nostro Paese e contiene in sé una visione di Europa (il ritorno all'orizzonte Maastricht-Lisbona di matrice francese, rispetto al Fiscal Compact di ispirazione teutonica) più congeniale al ruolo storicamente giocato dall'Italia in Europa.
In entrambi i casi, tuttavia, bisognerebbe fare i conti con il "fattore M". M come Merkel e Macron: i due leader di questa Europa, impegnati in modo sempre più evidente nella costruzione di un nuovo asse franco-tedesco che rischia di non tutelare (per usare un eufemismo) gli interessi italiani. Ed M come mercati finanziari: pronti ogni giorno a valutare con grande attenzione ogni "variazione" nella nostra capacità di gestire il primo debito pubblico d'Europa. Se con i primi si possono usare le numerose armi della politica, con i secondi la strada è assai più stretta. Si può soltanto mostrare credibilità e coerenza, sperando che paghi.
@FFDelzio