La creatività di tutti i giorni Un Dio poco “esigente” ma che ci sorprende sempre
Come Naaman, non siamo quasi mai disponibili per un Dio poco “esigente”. Ci fa anzi comodo non esserlo, perché così possiamo giustificare le nostre tante imperfezioni, il nostro non essere aperti a quella semplicità e, dunque, a essere liberi di ignorarla. Per questo, diceva ancora Francesco in quella omelia, Naaman davanti quella richiesta che lo lascia perplesso «vuole tornare indietro, ma poi fa il passo, si immerge nel Giordano e subito guarisce. Ecco, Dio ci sorprende; è proprio nella povertà, nella debolezza, nell'umiltà che si manifesta e ci dona il suo amore che ci salva, ci guarisce, ci dà forza. Chiede solo che seguiamo la sua parola e ci fidiamo di Lui». Un Dio che si rivela come il “Dio delle sorprese”, che è tale perché «è un Dio vivo – ha detto sempre Bergoglio in un'altra occasione – è un Dio che abita in noi, un Dio che muove il nostro cuore, un Dio che è nella Chiesa e cammina con noi e in questo cammino ci sorprende sempre. E così come Lui ha avuto la creatività di creare il mondo, ha la creatività di creare cose nuove tutti i giorni. Il Dio che ci sorprende».
È proprio in quel “tutti i giorni” la chiave di tutto. Ha spiegato Benedetto XVI nella Caritas in veritate: «L'assolutismo della tecnica tende a produrre un'incapacità di percepire ciò che non si spiega con la semplice materia... In ogni verità c'è più di quanto noi stessi ci saremmo aspettati, nell'amore che riceviamo c'è sempre qualcosa che ci sorprende. Non dovremmo mai cessare di stupirci davanti a questi prodigi. In ogni conoscenza e in ogni atto d'amore l'anima dell'uomo sperimenta un “di più” che assomiglia molto a un dono ricevuto, ad un'altezza a cui ci sentiamo elevati».
Ed è proprio quel “di più”, quel dono semplice, povero nella sua essenzialità ma immensamente prezioso, che mentre ci rivela quanto in ogni momento Dio sia capace di stupirci, ci spinge a restituirlo. Viene in mente la Preghiera Semplice di San Francesco: «Signore, fa di me uno strumento della tua pace: dove è odio, fa' ch'io porti amore, dove è offesa, ch'io porti il perdono, dove è discordia, ch'io porti la fede, dove è l'errore, ch'io porti la Verità, dove è la disperazione, ch'io porti la speranza. Dove è tristezza, ch'io porti la gioia, la dove sono le tenebre, ch'io porti la luce…». Così da poter essere anche noi lo strumento attraverso il quale Dio ogni giorno sa stupire gli uomini.