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“La Corrida” va e ora Amadeus sul Nove riprende fiato

Andrea Fagioli sabato 9 novembre 2024
Il milione l’ha mancato per poco fermandosi a 983 mila telespettatori con uno share del 5,52%. Amadeus può comunque essere contento di come è andata all’esordio la sua versione de La Corrida, il mercoledì in prima serata su Nove, in diretta da Milano, che andrà avanti per altre sette settimane. In qualche modo, per un effetto traino al contrario, sembra abbia ridato un po’ di fiato anche all’ansimante (in termini d’ascolto) Chissà chi è. Ma il tentativo di rifare lo storico show di dilettanti allo sbaraglio si scontra anche questa volta con il fatto che non ci sono più le stesse condizioni di quando è nato. Quello era un programma che Corrado, con la collaborazione del fratello Riccardo Mantoni, si era cucito addosso prima alla radio (dal 1968) e poi in tv (dal 1986) anche se in televisione lo hanno riportato, dopo di lui, Gerry Scotti e Flavio Insinna su Canale 5 e Carlo Conti su Rai 1. Nessuno di loro però, e nemmeno Amadeus, è Corrado. Possono anche essere altrettanto bravi, ma non hanno quell’ironia, quegli sguardi e quell’aria svagata all’apparenza cinica che hanno fatto del presentatore romano il conduttore perfetto di un programma del genere. Eppure, nessuno di loro ha puntato a una Corrida diversa, personalizzata, ammettendo che sia sempre valido il format del dilettante allo sbaraglio. Amadeus si è limitato a una sola novità: il «capopolo», un giudice personaggio noto (Nino Frassica nella prima puntata) che può «salvare» un concorrente, ripescarlo e spedirlo direttamente in finale nonostante la bocciatura del rumoroso pubblico in sala, che come vuole la tradizione manifesta il proprio apprezzamento o il proprio dissenso tra applausi, campanacci, coperchi, fischi e fischietti. Anche per il resto il penta-conduttore di Sanremo ha riproposto il format originale (questa volta prodotto da Banijay Italia e Corìma) sulla cui fedeltà vigila peraltro la moglie di Corrado, Marina Donato. Una scelta di continuità evidenziata anche dalla presenza in regia di Stefano Vicario, che ha diretto tante edizioni storiche del programma. Confermato anche il ruolo fondamentale dell’orchestra e del suo direttore, in questo caso Leonardo De Amicis che, come l’originario maestro Roberto Pregadio, interagisce con il conduttore sempre presente in scena, seduto su uno sgabello a ridosso del concorrente, chiamato a favore di telecamera a commentare con l’espressione del volto e degli occhi le varie esibizioni dei dilettanti allo sbaraglio alcune delle quali sono realmente stravaganti e coinvolgono (giustamente o meno) persone anche con qualche problema (si veda ad esempio l’imitatore di animali ripescato da Frassica). Altre esibizioni sono invece a un livello che potremmo definire quasi professionale (vedi il ginnasta). Ma a fare spettacolo (anche qui si può ribadire giustamente o meno) sono soprattutto i primi. © riproduzione riservata