La completezza del vivere passa anche dalla fisicità
Una posizione armonica dei giovani (cioè presenti e futuri) cittadini nel contesto sociale è, dunque, l'obiettivo ultimo di un percorso educativo che, con il passare dei secoli ha consolidato quella necessità di tenere insieme elementi diversi, come la conoscenza della storia, l'eloquenza, la danza, la religione, la musica e naturalmente, il grande protagonista di questa rubrica: lo sport o, senza timore di retorica, la ginnastica (dunque non soltanto quel tipo di business-show sportivo che porta con sé, oltre allo spettacolo, anche tante contraddizioni).
Questa lunghissima pandemia, oltre a tanto altro, ci sta insegnando che la completezza del nostro vivere in una comunità passa attraverso le nostre capacità di relazione, il nostro intelletto e anche la nostra fisicità. Prenderci cura di mente e corpo, oltre a richiamare la famosa locuzione latina tratta da Giovenale (mens sana in corpore sano), si sta dimostrando la sfida più grande di questi ultimi due anni. Purtroppo le difficoltà di questa sfida sono ben visibili in quella rabbia dilagante, esasperata dall'impossibilità di viaggiare, di confrontarci con il diverso da noi, di alimentare la nostra curiosità e di prenderci cura del nostro corpo. Chissà quando e come ne usciremo, chissà come sarà il giorno in cui l'emergenza terminerà, chissà quanto saremo stati cambiati da ciò che avremo vissuto, individualmente e collettivamente.
Nell'attesa di quel momento possiamo continuare a nutrirci della grande lezione del mondo classico che ci ricorda che la cura è certamente scienza, ma anche cultura, valori, morale, musica, arte e, naturalmente, sport. Un universo di cose che questa pandemia ci sta togliendo, forse per farcene apprezzare, una volta per tutte, l'importanza e la necessità di difenderle.