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Albino di Angers. La coerenza, primo criterio dell’autentico testimone

Matteo Liut venerdì 1 marzo 2024
Anche dalla coerenza nel vivere le proprie scelte si riconoscono i cristiani agli occhi del mondo, rendendoli autentici profeti nella storia. Anche in questa basilare verità risiede l’autorevolezza della Chiesa e la sua capacità di evangelizzare. Cambiano i tempi e i modi di comunicare il messaggio del Risorto, ma la fedeltà a se stessi, all’identità di battezzati, resta fondamentale, oggi così come ai tempi di sant’Albino di Angers, monaco e vescovo francese vissuto tra il 470 e il 550. Un testimone coraggioso, che si scagliò contro la morale corrotta dei nobili dell’epoca, soprattutto in ambito matrimoniale (non erano infrequenti i matrimoni incestuosi). Albino, che scelse di stare sempre dalla parte dei poveri, era nato a Vannes e fu abate a Tincillac (o Cincillac) per 25 anni, fino a quando, nel 529, proprio per il suo coraggio e la sua forte testimonianza di fede, la gente lo volle vescovo di Angers, vincendo la sua stessa resistenza. Nel 538 e nel 541 partecipò attivamente ai Concili di Orléans, mentre si fece rappresentare dall’abate Sapaudo in quello del 549, contribuendo così a riformare la Chiesa dei Franchi. Morì nel 550 e fu sepolto nella chiesa di St. Pierre d’Angers. Altri santi. San Felice III, Papa dal 483 al 492; beata Giovanna Maria Bonomo, religiosa (1606-1670). Letture. Romano. Gen 37,3-4.12-13.17-28; Sal 104; Mt 21,33-43.45. Ambrosiano. Aliturgico. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata