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«La Chiesa ti sta ascoltando» da un anno su Instagram

Guido Mocellin sabato 6 luglio 2024
L’account Instagram “La Iglesia te escucha” ( https://shorturl.at/4BPuk ) ha da poco compiuto un anno: infatti è attivo dal maggio 2023. Il suo nome evoca immediatamente l’iniziativa avviata nel 2022 congiuntamente dal Dicastero per la comunicazione (DpC) e dalla Segreteria generale del Sinodo di cui in questa rubrica ho ripetutamente dato conto: l’ipotesi cioè che si potessero chiamare i soggetti più attivi nell’evangelizzazione attraverso i social media a collaborare alla fase di ascolto del processo sinodale 2021-2024, raggiungendo attraverso di loro persone irraggiungibili dalle istituzioni ecclesiali, fino a invitare alcuni di loro a partecipare direttamente al Sinodo e gli altri a continuare ad accompagnarne il cammino. Tra le decisioni sul prosieguo del Sinodo comunicate tra febbraio e marzo scorsi (su “Re-blog” https://shorturl.at/0LH6a le ha ricapitolate efficacemente Maria Elisabetta Gandolfi) rientra anche la collocazione della “missione nell’ambiente digitale” tra i 10 temi che, emersi durante la I Assemblea sinodale (2023), non saranno affrontati nel corso della II Assemblea (2024), bensì approfonditi da altrettanti gruppi di studio in via di costituzione in seno alla Santa Sede. Ma certo tali gruppi non potranno prescindere dalle prospettive già indicate da varie istituzioni ecclesiali e sintetizzate al n. 17 della Relazione di sintesi del Sinodo 2023, dove si parla di
«missionari nell’ambiente digitale» e si definisce la cultura digitale come «una dimensione cruciale della testimonianza della Chiesa nella cultura contemporanea». Un vocabolario di fraternità È alla luce di quanto ho appena richiamato che @laiglesiateescucha va sfogliato. Creato – si legge nel post inaugurale ( https://shorturl.at/zoXeY ) – in seno al Dicastero per la comunicazione e alla Segreteria del Sinodo «per condividere l'esperienza» degli evangelizzatori digitali conosciuti e contattati nel 2022 e per ascoltarne le domande, i dubbi e i suggerimenti, porta, per tutto il 2023, i riflessi delle iniziative istituzionali che li hanno riguardati: il documento del Dicastero sul coinvolgimento con i social media “Verso una piena presenza”, il Festival degli influencer cattolici in seno alla GMG di Lisbona, l’Incontro dei testimoni digitali italiani e naturalmente l’Assemblea sinodale di ottobre. In accompagnamento alla Quaresima del 2024 e inserendosi nell’Anno di preghiera pregiubilare, l’account cambia i propri contenuti: un giorno dopo l’altro, 40 missionari digitali di 40 Paesi diversi propongono una loro riflessione. Dopo la Pasqua e fino a oggi il panorama dei post cambia ancora: ora la scena è prevalentemente occupata dal coinvolgimento di 50 autori del gruppo nella creazione di un “vocabolario di fraternità” in Rete, in seno al World Meeting on Human Fraternity del 10-11 maggio. Non manca però lo spazio per comunicare che l’Anno santo 2025 ha già sul calendario la data del primo “Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici” (da notare la presenza di entrambe le definizioni, sulle quali sinora si è oscillato nelle varie aree linguistiche): sarà il
28-29 luglio. Cinque minuti di deserto È appunto tra i post quaresimali e tra quelli del “vocabolario di fraternità” che si possono trovare i contributi più interessanti (senza guardare al numero di visualizzazioni, probabilmente condizionato dalla diversa popolarità di ciascun autore/autrice). Tra i primi: c’è una diciottenne olandese, Romy Kersten ( https://shorturl.at/Pk5xo ), che si pone e ci pone la domanda “Come possiamo amare Dio?”, rispondendo con semplicità che il modello è Maria. C’è un religioso ecuadoriano, padre Byron ( https://shorturl.at/av50a ), che spiega con efficacia che l’incontro con il Signore non passa da «situazioni spettacolari o miracolose», ma ascoltando la Parola, pregando e vivendo la Messa. E c’è l’italiano Emanuele Magli (Religione 2.0) che promette, attraverso «cinque minuti al giorno» di «deserto», di «riscoprirci amati, cercati, perdonati». Tra i secondi spiccano: la voce “Giustizia”, declinata da Rosanna Maryam Sirignano ( https://shorturl.at/Yu1s3 ), studiosa italiana dell’islam e della lingua araba, in una vibrante perorazione la cui chiave mi pare l’affermazione che si debba «decolonizzare il pensiero». E la voce “Pace”, compilata da Veronica Brunkov ( https://shorturl.at/6xDy8 ), brasiliana, consacrata del Regnum Christi che attualmente studia e lavora a Roma sulla pastorale digitale: coerentemente, formula la sua speranza che «le reti sociali diventino uno spazio di costruzione della pace». © riproduzione riservata