«La Chiesa ti sta ascoltando» da un anno su Instagram
«missionari nell’ambiente digitale» e si definisce la cultura digitale come «una dimensione cruciale della testimonianza della Chiesa nella cultura contemporanea». Un vocabolario di fraternità È alla luce di quanto ho appena richiamato che @laiglesiateescucha va sfogliato. Creato – si legge nel post inaugurale ( https://shorturl.at/zoXeY ) – in seno al Dicastero per la comunicazione e alla Segreteria del Sinodo «per condividere l'esperienza» degli evangelizzatori digitali conosciuti e contattati nel 2022 e per ascoltarne le domande, i dubbi e i suggerimenti, porta, per tutto il 2023, i riflessi delle iniziative istituzionali che li hanno riguardati: il documento del Dicastero sul coinvolgimento con i social media “Verso una piena presenza”, il Festival degli influencer cattolici in seno alla GMG di Lisbona, l’Incontro dei testimoni digitali italiani e naturalmente l’Assemblea sinodale di ottobre. In accompagnamento alla Quaresima del 2024 e inserendosi nell’Anno di preghiera pregiubilare, l’account cambia i propri contenuti: un giorno dopo l’altro, 40 missionari digitali di 40 Paesi diversi propongono una loro riflessione. Dopo la Pasqua e fino a oggi il panorama dei post cambia ancora: ora la scena è prevalentemente occupata dal coinvolgimento di 50 autori del gruppo nella creazione di un “vocabolario di fraternità” in Rete, in seno al World Meeting on Human Fraternity del 10-11 maggio. Non manca però lo spazio per comunicare che l’Anno santo 2025 ha già sul calendario la data del primo “Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici” (da notare la presenza di entrambe le definizioni, sulle quali sinora si è oscillato nelle varie aree linguistiche): sarà il
28-29 luglio. Cinque minuti di deserto È appunto tra i post quaresimali e tra quelli del “vocabolario di fraternità” che si possono trovare i contributi più interessanti (senza guardare al numero di visualizzazioni, probabilmente condizionato dalla diversa popolarità di ciascun autore/autrice). Tra i primi: c’è una diciottenne olandese, Romy Kersten ( https://shorturl.at/Pk5xo ), che si pone e ci pone la domanda “Come possiamo amare Dio?”, rispondendo con semplicità che il modello è Maria. C’è un religioso ecuadoriano, padre Byron ( https://shorturl.at/av50a ), che spiega con efficacia che l’incontro con il Signore non passa da «situazioni spettacolari o miracolose», ma ascoltando la Parola, pregando e vivendo la Messa. E c’è l’italiano Emanuele Magli (Religione 2.0) che promette, attraverso «cinque minuti al giorno» di «deserto», di «riscoprirci amati, cercati, perdonati». Tra i secondi spiccano: la voce “Giustizia”, declinata da Rosanna Maryam Sirignano ( https://shorturl.at/Yu1s3 ), studiosa italiana dell’islam e della lingua araba, in una vibrante perorazione la cui chiave mi pare l’affermazione che si debba «decolonizzare il pensiero». E la voce “Pace”, compilata da Veronica Brunkov ( https://shorturl.at/6xDy8 ), brasiliana, consacrata del Regnum Christi che attualmente studia e lavora a Roma sulla pastorale digitale: coerentemente, formula la sua speranza che «le reti sociali diventino uno spazio di costruzione della pace». © riproduzione riservata