La catechesi all'Udienza generale e l'eco che una frase ha suscitato
Questo, secondo la trascrizione "ufficiale" di Vatican News ( tinyurl.com/yalfnztd ), la frase pronunciata da papa Francesco durante la prima catechesi del 2019 all'Udienza generale del mercoledì, e che illustrava quando la preghiera cristiana è autentica e quando invece tradisce ipocrisia. Così formulata, essa non avrebbe probabilmente giustificato l'attenzione che ha suscitato (fra l'altro, come ha ricordato tra gli altri Fausto Gasparroni su Facebook, non è stata la prima volta in cui Francesco si è espresso in questi termini).
Occorre allora sommare a essa ciò in cui qualche sintesi, o meglio forzatura giornalistica l'ha trasformata e che più o meno suonava: «Meglio atei che credenti ipocriti». Frase che, come tale, era abbastanza lontana da quella originale, ma ben più adatta a coinvolgere la più vasta opinione pubblica, evidentemente sentitasi chiamata in causa essendo nella sua maggioranza non praticante, pur se non atea in senso proprio. Così, tra il testo forzato, il testo realmente pronunciato e i commenti all'uno e all'altro, la blogosfera ecclesiale ha trovato il primo tema del 2019 del quale parlare, e magari anche sul quale dividersi. Non è certo la prima volta che l'informazione ecclesiale fa registrare casi di questo genere. Essi confermano, nel loro piccolo, che, entro le dinamiche tipiche dell'età secolare, le persone rimangono estremamente sensibili rispetto alle questioni che riguardano le loro scelte non solo in tema di fede, ma anche di pratica religiosa.