La carezza del Papa a tutte le famiglie
Giovanni XXIII, nella sua Enciclica del 1961 Mater et Magistra, volle sottolineare come l'essere «maestra» della Chiesa discenda dal suo essere, innanzitutto, «madre». Una madre che ama, e di un amore per l'uomo che, come quello del Padre, precede ogni altra cosa. E proprio per questo, dice oggi Francesco, «un Vangelo che si proponesse come dottrina calata dall'alto e non entrasse nella "carne" di questa quotidianità, rischierebbe di restare una bella teoria e, talvolta, di essere vissuto come un obbligo morale». Di qui l'invito a tornare alla fonte, a quell'Amoris Laetitia che deve essere letta, digerita, compresa nella sua interezza, in quanto si tratta di un documento che «ha tracciato l'inizio di un cammino cercando di incoraggiare un nuovo approccio pastorale nei confronti della realtà familiare». Un approccio che, «in un tempo e in una cultura profondamente mutati», tenga conto della «franchezza dell'annuncio evangelico» ma non dimentichi «la tenerezza dell'accompagnamento». A coppie, coniugi e famiglie la Chiesa così rivolge «una Parola che li aiuti a cogliere il senso autentico della loro unione e del loro amore». Parola «sempre nuova del Vangelo da cui ogni dottrina, anche quella sulla famiglia, può prendere forma», e nello stesso tempo «una Parola esigente, che vuole liberare le relazioni umane dalle schiavitù che spesso ne deturpano il volto e le rendono instabili: la dittatura delle emozioni, l'esaltazione del provvisorio che scoraggia gli impegni per tutta la vita, il predominio dell'individualismo, la paura del futuro». È allora per questo che «questo annuncio non può e non deve mai essere dato dall'alto e dall'esterno», in quanto la Chiesa «è incarnata nella realtà storica» e, dunque, «quando annuncia il Vangelo lo fa immergendosi nella vita reale, conoscendo da vicino le fatiche quotidiane degli sposi e dei genitori, i loro problemi, le loro sofferenze, tutte quelle piccole e grandi situazioni che appesantiscono e, talvolta, ostacolano il loro cammino». Madre e maestra, appunto. Sempre.