Il nuovo non è per forza qualcosa che non c'era. A volte si tratta solo di adattare il già visto, di scegliere un'altra uscita del bivio, di rallentare i giri del motore quando prima acceleravi. Direte: tutta questa prosopea per parlare di una borraccia, Sì, perché, negli anni, da semplice oggetto è diventata un simbolo. Prima era un contenitore panciuto, una tartaruga di cuoio che ci si scambiava in montagna quando faceva molto caldo. Nei western era piena di whisky e Robert Mitchum si asciugava le labbra sfregandole contro l'avambraccio. E tu che già allora facevi troppe domande, chiedevi che senso avesse bere liquore nel deserto sotto il sole a picco, ma eri un bambino e poi tifavi per gli indiani. In ogni caso da allora la borraccia ha cambiato identità. Oggi significa tutela ambientale, ecosostenibilità, contrasto all'uso della plastica. A me ne hanno regalata da poco una in acciaio, grigio elegante, che al mattino riempio di acqua lievemente frizzante mentre a casa bevo dal rubinetto. Intorno, tra colleghi e amici ne vedo tantissime, alcune molto originali, con il cappottino che tiene il freddo e il caldo, o termiche di loro. Però, sarà la nostalgia, continuo a preferire quelle spesse, rivestite a quadroni o color muschio che prima del Covid ci si passava dopo una sudata.