La bollicina italiana vince anche con la crisi
38-39 milioni (-2% rispetto al 2019). Un mercato a due facce, che vale ancora di più per lo champagne, eterno concorrente (spesso perdente) degli spumanti nazionali, che tra una fine anno e l'altra ha visto diminuire le vendite di circa 1,2 milioni di bottiglie con una perdita pari a 80 milioni di euro (-45%). Magra consolazione per i produttori italiani, visto che, fa sempre notare l'Osservatorio, in una sola notte per le chiusure dei luoghi pubblici di festa, pare siano andati persi circa 170 milioni di euro. Ma, scampato (forse) il rischio-Brexit, quello degli spumanti non è che il più recente segnale delle difficoltà che l'agroalimentare nazionale deve affrontare, anche se quella dell'alimentazione rimane una spesa familiare quasi incomprimibile. Prima le grandi difficoltà di raccolta e lavorazioni in campo, poi il forte abbattimento di alcune categorie di consumo (senza dire dei problemi dovuti all'andamento climatico), hanno trasformato il 2020 anche per questo comparto in una corsa ad ostacoli. Il 2021 non pare per ora indicare grandi e positivi cambiamenti. Coesione d'intenti e tutela della competitività, appaiono essere ancora gli obiettivi da perseguire.