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La biblioteca assente

Alessandro Zaccuri martedì 13 dicembre 2022
Dovrebbe essere una lettura obbligatoria per tutti gli scrittori, non solo per gli aspiranti. Se poi la lettura integrale, pagina per pagina, risultasse troppo onerosa, una scorsa all’indice di La littérature latine inconnue di Henry Bardon aiuterebbe comunque a ridimensionare le aspettative, indicando la via dell’umiltà. In questi due tomi, apparsi tra il 1952 e il 1956, lo studioso francese propone un censimento della “letteratura latina sconosciuta”, vale a dire di quegli autori dei quali resta solo qualche cenno o citazione all’interno di testi altrui. L’impresa di Bardon si richiama a precedenti illustri (uno su tutti, la Biblioteca del patriarca bizantino Fozio, che nel IX secolo procede alla schedatura di opere altrimenti irreperibili) e al suo apparire suscitò qualche perplessità per una certa disinvoltura nell’impianto metodologico. In questione, per noi, non è l’affidabilità scientifica, ma il fascino che sprigiona da quella sfilata di nomi che sembrano usciti dai sogni di un filologo: Urseius Ferox, Palfurius Sura, Dorcatius, Navigius, Toxotius… Preso come fonte di ispirazione da Stefano Tonietto nel divertito Letteratura latina inesistente (2017), il saggio di Bardon vale ancora da monito: chi aspira a diventare un classico, si prepari a rimanere comparsa. © riproduzione riservata