Soltanto lo scherzetto telefonico di due guitti o qualcosa di ben più serio? «La beffa russa» a Giorgia Meloni (“Repubblica”, 2/11) finisce sulle prime pagine, e in quelle interne, ben tre sulla stessa “Repubblica”, ma con accenti molto diversi. Prima pagina anche per “Domani”: «Meloni cade nella trappola dei russi». Tre pagine sul “Corriere” (2/11) dove Fabrizio Roncone ricostruisce la vicenda ammettendo: «Storia complicata». Difatti complicate e divergenti sono le interpretazioni, all’interno della destra stessa. Per il “Giornale” (2/11) è cosa da poco: «Scherzo alla Meloni di due comici russi. Solo l’opposizione grida allo scandalo», con Francesco Maria Del Vigo a puntare l’indice: «La gara tra M5s e Pd ad accodarsi ai due clown». “Libero” (2/11) invece prende la cosa terribilmente sul serio: «La burla è un intrigo. Le iene di Putin contro Giorgia». Il giorno dopo (3/11), titolo: «Altro che scherzo. Trappola russa per Giorgia», rincara la dose con Daniele Capezzone: «Ma quale scherzo? Pare decisamente più realistico (com’era accaduto con altre figure di vertice in Germania, Regno Unito, Canada) che i due attori siano solo l’ultimo anello, non necessariamente consapevole, di una catena accuratamente oliata dall’intelligence russa e costruita per perforare gli apparati di controllo interno a diversi leader occidentali». Sembra della stessa opinione Paolo Alli che nel 2017, quando era presidente dell’Assemblea parlamentare Nato, fu vittima di una trappola simile. «D’istinto diedi risposte vaghe – dichiara al “Corriere” (3/11) – non sono scherzi, attenti, è una forma di guerra ibrida». Lo ribadisce al “Giornale” (3/11): «Quei due devono avere alle spalle una struttura potente e di altissimo livello». Uso disinvolto delle virgolette sulla “Verità” (2/11) in prima: «Alla Meloni scappa la verità: “La guerra ucraina deve finire”», che spariscono all’interno: «Il conflitto in Ucraina deve finire». Comunque Meloni non avrebbe detto niente di compromettente... o no? Decisamente fuori dal coro Marco Travaglio sul “Fatto” (2/11): «Meloni, conversando con i due comici, ribalta di 180 gradi la linea italiana di sostegno all’Ucraina». Sempre il “Fatto” il giorno dopo (3/11) rincara la dose: «Meloni nei guai: tacque 44 giorni sullo scherzo». Scherzetto, ahilei, senza dolcetto.
© riproduzione riservata