Diceva Baudelaire che «la migliore astuzia del diavolo sta nel convincerci che non esiste». Lo ricorda, su Il Riformista (martedì 6), il solito "laico" di turno, Edoardo Camurri, cui però è sfuggito che anche Sinclair C. Lewis lo ha sostenuto nel suo "Le lettere di Berlicche". Ora anche il giornalista e scrittore francese André Frossard lo ha scritto in un suo libro edito in Italia dalla Sei: "Il diavolo forse - 35 prove che il diavolo esiste". È questo il motivo che ha spinto Il Riformista a intervenire. Infatti, in una delle lettere che Frossard immagina di aver ricevuto da Satana, costui scrive: «Mi succedeva di chiedermi se non fossi stato per caso una invenzione della carità cristiana [...] Fu allora che decisi di farvi dubitare della mia esistenza». Il Camurri non perde l"occasione per irridere alla «invenzione sadica della Chiesa» di «diffondere ancora una volta nel mondo, dopo il medioevo, la credenza nel diavolo». Avete mai trovato un "laico" che non abbia nel suo marsupio culturale una scorta di Medioevo con relativi presunti oscurantismi? Roba «da anticamera di dentista», scrive il Camurri, il quale cita il "laicissimo" Cicap (Comitato italiano controllo affermazioni sul paranormale): «Satana ha iniziato ad agire tramite i filosofi liberali inglesi del "600 e del "700, David Hume in testa». E il Medioevo? E il serpente di Eva? È proprio quando i contenuti della fede sono trattati con tali argomenti che viene da chiedersi se, a fronte di quella "laicità dell"intelligenza", che Régis Debray auspicava nel suo rapporto su "L"insegnamento del fatto religioso nella scuola laica" (Parigi, 2002), non esista, per caso, una carenza di intelligenza del laicismo. Non volendo, Il Riformista ci ha fornito la 36ª prova dell"esistenza del diavolo.
"LAICI" FISICISTIAnziché moderna e progressista, la cultura "laica" è, per certi aspetti, gravemente affetta dal medievale fisicismo. Le prove inconsapevoli sono sui giornali di questi giorni. Libero, per esempio, informa (venerdì 9) che, in Inghilterra, «Blair fa un passo contro l"aborto», volendo «rivedere il limite di 24 settimane per l"interruzione di gravidanza» dopo la «scoperta che un feto di 12 settimane si muove». Il Giornale (stesso giorno) riferisce che la Corte europea dei diritti dell"uomo ha respinto il ricorso di una donna cui l"imperizia di un medico aveva causato un aborto al sesto mese, perché a quell"età il feto non può ancora essere considerato un uomo e la nascita del diritto alla vita dev"essere stabilita dai singoli Stati. Infine la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, a proposito della sentenza del giudice italiano che ha dato licenza di aborto selettivo a una madre di tre gemelli, esprime sul Corriere della sera (sabato 3) il suo disappunto, perché si trattava di «un feto sano». Non sono forse questi gli stessi criteri " esteriori e non ontologici " sulla cui base gli antichi definivano uomo soltanto il feto che avesse già fattezze umane e solo per questo?
AD INTERIMMi corre l"obbligo di avvisare i miei 23 lettori che questa rubrica, a causa del solleone, viene sospesa ad interim fino a dopo la festa dell"Assunzione. A rileggerci domenica 22 agosto.