Non si dovrebbe mai scrivere sui giornali di cose che non si conoscono. Un'intera pagina di "Cultura" di Repubblica (venerdì 24) descrive un futuro umano in cui «saremo tutti madri» (anzi già «siamo»). L'autore, Marino Niola, parte da un libro di una genetista britannica («Come la scienza può cambiare le regole del sesso»), che è una visione fantascientifica di come i figli si genereranno sempre più artificialmente e sempre più coinvolgendo altrimenti i maschi. Per farsi capire meglio, però, porta come esempio la «partenogenesi: Like a virgin» (come una vergine), citando un altro libro della genetista. Questa idea - scrive il recensore - «fa cortocircuitare la Madonna in nome del parto virginale» che è - precisa - «la versione scientifica dell'immacolata concezione». Il prof. Niola, ordinario di Antropologia all'Università napoletana Suor Orsola Benincasa, non sa che l'Immacolata Concezione non è quella verginale di Gesù nel grembo di Maria, ma fu il naturale concepimento della Vergine, che fu però preservata dal peccato originale in vista della sua divina maternità. Tra le otto qualifiche di cui il curriculum di Wikipedia gratifica Guido Ceronetti («scrittore, giornalista, traduttore, drammaturgo, filosofo, teatrante, marionettista, poeta…») non c'è la virtù che di quest'altro autorevole collaboratore di Repubblica fa uno che perde facilmente le staffe. Commentando due di quelli che lui chiama «i condannati alla pena di vivere» (lo statista israeliano Ariel Sharon e la povera Eluana Englaro) Ceronetti si è arrabbiato soprattutto per la lunga misteriosa vita di questa giovane donna. «Quando il padre rese pubblico il caso per essere autorizzato» a farla morire - scrive il pluriforme Guido - «si scatenò la peggiore Italia, l'Italia nera, l'Italia dei senza pietà umana», tanto «nera» che «dobbiamo ringhiare minacciosamente, se vogliamo definirci ancora umani».Ma tra chi ringhia e chi ha cura dell'altro chi è più umano? Il Ceronetti, almeno quello filosofo e poeta, non ceda a tentazioni animalesche e non umane. Legga piuttosto San Paolo agli Efesini: «Non tramonti il sole sopra la vostra ira» (4,26).PARLARE A ROVESCIORovesciare persino il senso della parole. È un aspetto della tecnica con cui, giorno dopo giorno, si forgiano le singole parole dell'Antilingua, anche mandando a quel paese l'etimologia. Al sostantivo «omofobia», per esempio, si è dato il significato di odio verso l'omo(sessualità) mentre «fobia» in greco significa paura. Il «matrimonio omosessuale» esprime una condizione (da «matris munus»: il compito della madre) che, per le coppie di persone del medesimo sesso, è per natura impossibile, ma i manifestanti che sabato 18 hanno dimostrato contro il «gay-monio» sono stati definiti dal Venerdì di Repubblica (24 gennaio) «gli ultrà della famiglia». Senonché in francese «ultrà» significa oltranzista, cioè colui che va oltre, cosicché i veri «ultrà» sono quelli che vogliono andare oltre la famiglia con il «gay-monio». La decisione del Commissario governativo per la Regione Sicilia di bocciare come anticostituzionale lo stanziamento dell'Assemblea regionale di tre milioni di Euro per mutui e prima casa delle coppie di fatto, è stata definita «ideologica» dall'Unità e da altri giornali (venerdì 24), quando è palese che, semmai, ideologica è la scelta di trasformare in diritto un desiderio o un agire. Le donne che a Washington sabato 18 hanno marciato in difesa della vita sono state definite da Repubblica «Le guerriere anti aborto», anche se invece erano operatrici di pace. Diceva Madre Teresa che «l'aborto è il primo atto di guerra».