L'unico futuro è cambiare lavoro?
2007-2013 un ammontare preciso di risorse e che nel 2013 queste saranno il 32% del bilancio europeo contro il 71% del 1984. Poco, se si considera che su tutta la spesa pubblica europea quanto finisce all'agricoltura è solamente lo 0,5% del Pil. Da qui la conclusione opposta della Francia: gli agricoltori devono continuare a fare gli agricoltori e l'Europa deve aiutarli. E per molti versi hanno anche ragione. Salvo il fatto che, a guardare la realtà in faccia, ormai è diffusa l'abitudine da parte degli agricoltori di fare anche altro. Certo si tratta di attività in qualche modo connesse alla campagna e alla produzione agricola, legate al territorio, unite a compiti che derivano da quello della produzione alimentare. Basta pensare alle molte operazioni connesse alla tutela dell'ambiente, alla cura dei parchi, senza dimenticare il vasto mondo dell'agriturismo e più in generale della produzione non solamente alimentare collegata al turismo enogastronomico e culturale. Sembrerebbe che la constatazione del Commissario Ue «tutti sanno che ci saranno meno soldi disponibili» e quindi tutti devono «trovare il modo di adattarsi alla nuova situazione», sia già ben chiara da tempo agli agricoltori. E, in effetti, per capire quale strada seguire, basta leggere gli ultimi dati sull'andamento dei prezzi all'origine dei prodotti agricoli. In Italia, per esempio, nell'ultimo anno le quotazioni sono diminuite tra l'1,5 e il 2%. Certo, non si chiede agli agricoltori di abbandonare le loro aziende per darsi ad altro. L'agricoltura, tuttavia, ha in se' molte più risorse di quanto si possa credere.