L'umiltà di cercare la stella persa di vista
Anche per questo papa Wojtyla inaugurò la consuetudine di scegliere questo giorno particolare per celebrare nuove ordinazioni episcopali. Ne spiegò da par suo le ragioni papa Ratzinger, che nell'omelia del 6 gennaio 2013 mise in evidenza come «il nesso tra questa Ordinazione episcopale e il tema del pellegrinaggio dei popoli verso Gesù Cristo è evidente. Il Vescovo – disse – ha il compito non solo di camminare in questo pellegrinaggio insieme con gli altri, ma di precedere e di indicare la strada». E ricordando il cammino dei re Magi osservò come «chi partiva su promesse così incerte, rischiando tutto, poteva apparire soltanto ridicolo. Ma per questi uomini toccati interiormente da Dio, la via secondo le indicazioni divine era più importante dell'opinione della gente. La ricerca della verità era per loro più importante della derisione del mondo, apparentemente intelligente. Come non pensare, in una tale situazione, al compito di un Vescovo nel nostro tempo? L'agnosticismo oggi largamente imperante ha i suoi dogmi ed è estremamente intollerante nei confronti di tutto ciò che lo mette in questione e mette in questione i suoi criteri. Perciò, il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti è oggi particolarmente pressante per un Vescovo. Egli dev'essere valoroso. E tale valore o fortezza non consiste nell'aggressività, ma nel lasciarsi colpire e nel tenere testa ai criteri delle opinioni dominanti. Un Vescovo dev'essere un uomo a cui gli uomini stanno a cuore, che è toccato dalle vicende degli uomini, un uomo per gli altri».
In questo senso, ha detto Francesco nel 2015, «i Magi sono modelli di conversione alla vera fede perché hanno creduto più nella bontà di Dio che non nell'apparente splendore del potere. E allora ci possiamo chiedere: qual è il mistero in cui Dio si nasconde? Dove posso incontrarlo? Vediamo attorno a noi guerre, sfruttamento di bambini, torture, traffici di armi, tratta di persone... In tutte queste realtà, in tutti questi fratelli e sorelle più piccoli che soffrono per tali situazioni, c'è Gesù. Il presepe ci prospetta una strada diversa da quella vagheggiata dalla mentalità mondana: è la strada dell'abbassamento di Dio, quell'umiltà dell'amore di Dio si abbassa, si annienta, la sua gloria nascosta nella mangiatoia di Betlemme, nella croce sul calvario, nel fratello e nella sorella che soffre». Così anche noi, come i Magi, siamo chiamati a passare «dai calcoli umani al mistero». E allora, insieme a Francesco, «chiediamo al Signore che abbiamo sempre l'inquietudine di domandarci: dov'è la stella?, quando, in mezzo agli inganni mondani, l'abbiamo persa di vista».