L'umana grandezza di quei tre campioni
Rafael Nadal ha trionfato per la tredicesima volta, sul campo del Roland Garros a Parigi dividendo un record impressionante con Roger Federer: venti tornei di Grande Slam conquistati. Dieci, invece, è il numero di anni da cui opera la Fundación RafaNadal, che ha l'obiettivo di aiutare l'integrazione sociale e lo sviluppo psico-fisico di bambini e adolescenti attraverso lo sport. Più di cinquemila ragazzi seguiti, ventiquattro centri di assistenza e scuole di tennis fra Spagna e India.
Infine LeBron James. Che dire? Dopo aver condotto i suoi Los Angeles Lakers alla vittoria del titolo Nba, più di una persona sostiene che sia diventato il miglior cestista di ogni tempo, scalzando perfino il leggendario Michael Jordan, Quattro titoli per lui (quattro volte miglior giocatore delle finali) e due ori olimpici in bacheca brillano senz'altro, ma appena un po' di meno del lavoro della LeBron James Family Foundation che supporta millequattrocento ragazzi di Akron (il paese natale del cestista, in Ohio) offrendo risorse economiche e un programma sportivo per garantire loro l'accesso al mondo delle scuole. LeBron James, oltre a essere la voce più forte del movimento Black Lives Matter, si è ripetutamente espresso invitando gli americani ad andare a votare, schierandosi senza timore contro l'attuale presidente Usa, Donald Trump. L'Ohio è uno degli Swing States, spesso decisivo per eleggere l'inquilino alla Casa Bianca e laggiù il parere di Lebron James conta parecchio.
I successi sportivi di questi atleti che, mese più mese meno, sono tutti trentacinquenni (quanto è cambiata la lunghezza della carriera di uno sportivo!) mettono perfino le vertigini, ma in loro si manifesta l'idea di uno sport fatto di campioni capaci di ispirare e aiutare migliaia di ragazzi molto meno fortunati. E questa sì, è davvero grandezza.