Amedeo Minghi cantava «tradiscono i decenni, saranno gli anni fa». Cosa volesse dire non è chiaro, ma i decenni hanno un fascino al quale non resiste nemmeno la tv. Carlo Conti ne sa qualcosa. Di recente anche Maurizio Battista. Ma fuori dall’ambito dello spettacolo, il decennio, soprattutto quando è doppio ed è il secondo, non evoca ricordi piacevoli. Un secolo dopo, però, è un’altra storia. Ecco allora che Tv8 ha pensato bene di celebrare il primo ventennio del Duemila con Venti20 (il venerdì in seconda serata), un viaggio giornalistico nel passato recente e nell’attualità in compagnia di Alessio Viola, volto noto di SkyTg24. Di questi vent’anni digitali e social ognuno ha i suoi ricordi, ma alcune immagini appartengono a tutti noi. Come non partire allora dall’11 settembre 2001 e finire ai primi mesi del 2020? Con l’attentato alle Torri gemelle e con il Coronavirus la realtà ha superato la fantasia. Nel mezzo, però, ci sono anche i Mondiali di calcio vinti dall’Italia, c’è il naufragio della Costa Concordia, negli Stati Uniti il primo presidente afroamericano, c’è un Papa che si dimette, un ponte che crolla.... Avvenimenti che rendono i primi vent’anni del Terzo millennio un tempo dove tutto sembra possibile. Alessio Viola è bravo nell’accompagnarci in questo percorso tra cronaca e memoria, ha la faccia simpatica, a volte anche un po’ a presa di giro, che non guasta, perché qui va ben oltre il mezzobusto: entra in scena (virtualmente si affaccia anche dalla Loggia di San Pietro accanto a papa Francesco), fa un po’ l’attore e l’imitatore, senza dimenticare di essere un giornalista, dimostrando anzi che si può fare buon giornalismo anche con il sorriso, che si può spiegare la differenza tra Obama e Trump mostrando la foto dei due sotto la pioggia accanto alle rispettive consorti: nel primo caso Michelle è coperta dall’ombrello e il marito no; nel secondo è Melania a prendere l’acqua. A parte questo, sui fatti drammatici non si scherza e le testimonianze sono forti e adeguate. Su qualcosa Viola gioca in casa, ma ci può stare. Del resto per parlare di calcio e del Papa il conduttore non poteva non ricorrere a due colleghi di Sky come Fabio Caressa e Stefano Maria Paci.