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L'odissea euroafricana di un uomo dalla pelle nera

Mauro Armanino martedì 19 dicembre 2017
Applicare la globalizzazione alla lettera. Usi e abusi di un migrante. Deve scappare giovanissimo dal suo Congo Democratico per un affare poco chiaro con un generale. Arrivato in Angola comincia a scavare diamanti e come nelle favole ne trova uno di grande valore. Gli propongono 35mila dollari che rifiuta perché un esperto gli dice che in Namibia il diamante sarebbe valutato il doppio.
Dopo aver negoziato lo stesso prezzo da un commerciante è arrestato dalla polizia ben informata del suo arrivo. Passa un mese in prigione invece di dodici perché paga la cauzione per gli undici mesi restanti. Seguendo la frontiera arriva in Sudafrica dove comincia a mendicare. Piange per la prima volta e solo un compagno mendicante riesce a consolarlo e spingerlo ad andare avanti. Williams lo fa, e diventa operatore nel porto di Città del Capo: scarica container cinesi con la gru. Diventa esperto, apprezzato e guadagna abbastanza per pagare la dote della ragazza che ancora non conosce.
Il suo migliore amico gli propone in sposa sua sorella minore. Desidera che la loro amicizia diventi ancora più solida, anzi, che non finisca mai. Il matrimonio li unirà per sempre e così sarà per l'amicizia tra loro due. La vede per foto e paga la dote a distanza. Il giorno arriva per l'incontro mediato dal ritratto sul cellulare. Una chiamata nell'aeroporto di Johannesburg e poi il viaggio di due giorni in corriera per conoscersi. Williams afferma che per 10 giorni non l'ha neppure sfiorata, giusto il tempo di apprezzarla, consapevole che avrebbe poi avuto tutta la vita per amarla.
Si trovano così bene che decidono di andare altrove e riescono ad ottenere un visto di ingresso per la Germania, passando dalla Tunisia. La moglie Gina e i due figli piccoli hanno molto successo a Tunisi. La gente li ferma e chiede di fare la foto con loro, altri sconosciuti chiedono di poter dare un bacio ai bimbi. Gina e i figli partono per la Germania, lui va in Irlanda.
Dall'Irlanda, sulla strada di ritorno in Tunisia fa scalo a Barcellona, in Spagna. Viene arrestato e tenuto in uno spazio di attesa assieme ad altri sospetti. Dopo quattro settimane può continuare il viaggio fino a Tunisi. Nel frattempo il suo passaporto è stato danneggiato e in Tunisia gli fanno storie. Dopo qualche giorno di detenzione gli viene ritirato il documento e Williams si ritrova deportato al confine con l'Algeria e invitato a raggiungere la città, là dove si vedono le luci, di notte, nel deserto. Con altri nelle sue condizioni arriva nella capitale Algeri, e lì si ferma quanto basta per capire che il Maghreb non fa per lui. Per fortuna Gina e i figli in Germania hanno ormai lo statuto di rifugiati e lui conta di raggiungerli. Si parlano ogni giorno e lei gli mostra le foto dei bimbi che vedono la neve per la prima volta nella vita. Portano giacche pesanti e un cappuccio che nasconde il viso ancora stupito dal mondo.
Williams parte, e nel bus algerino lui e gli altri neri devono stare seduti in fondo. Neppure in Sudafrica era così. Ma lui difende la gente della terra che sta attraversando, e sostiene che a sbagliare sono i suoi connazionali che fanno i crumiri quando gli altri lavoratori scioperano. Arriva nella capitale del Niger, Niamey, impolverata come non mai e trova che la città è sporca, per essere una capitale che si rispetta. Nell'ultimo tratto ha viaggiato in una fuoristrada guidata da un contrabbandiere che conosce i passaggi del deserto e anche i poliziotti, che corrompe con mercanzia.
Arrivati a destinazione le guardie di frontiera lo multano perché è senza documenti. Sulla ricevuta hanno scritto una cifra di 500 franchi e lui sostiene che di franchi ne ha sborsati 5 mila. Cose di frontiera, avvenute dopo essere stato perquisito decine di volte e aver nascosto il poco che gli rimaneva nella tasca invisibile del giubbotto a prova di vento. Parte per Cotonou, la capitale economica del Benin, passerà dal Consolato del suo Paese per i documenti e cercherà di imbarcarsi nel porto della città. Vorrebbe tornare in Sudafrica e da lì, un giorno, raggiungere Gina e i figli che proprio
in quel momento lo chiamano. Domanda dove può trovare un barbiere di fiducia prima di partire.
Niamey, dicembre 2017