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L'occasione dei biocarburanti

Andrea Zaghi sabato 29 settembre 2007
In Europa la produzione di biocarburanti può creare 300mila nuovi posti di lavoro. Si tratta di un dato importante, che deve fare positivamente pensare circa le potenzialità dell'agricoltura. Alla base di tutto, il fatto che la produzione di materie prime agricole per l'energia, attiva un volano costituito dal potenziamento delle coltivazioni dedicate agli agrobiocarburanti, dalle operazioni necessarie per l'utilizzo dei residui agricoli, forestali e dell'allevamento, dalla manodopera utile per l'installazione di pannelli solari nella aziende agricole. È un orizzonte che può essere molto vicino, e che non avrebbe nulla a che fare con l'andamento al rialzo dei prezzi delle materie prime, anch'esse in parte cerealicole, responsabili della produzione alimentare. Tutto, invece, indica una vera e propria trasformazione del modo di intendere l'agricoltura che vale la pena osservare.
La previsione dell'aumento dei posti di lavoro è arrivata nel corso di un incontro organizzato dai giovani della Coldiretti insieme al Consiglio Europeo dei giovani agricoltori (Ceja). Un seminario in cui l'immagine dell'agricoltura ancorata alla tradizione della produzione alimentare oppure dell'attività agrituristica, si è fatta più complessa proprio partendo dalle bioenergie. La produzione di materie prime per i biocarburanti, è stato detto, alimenterebbe infatti una ulteriore fonte di reddito per gli agricoltori. Senza togliere nulla all'alimentare. I traguardi fissati dall'Unione europea " il 10% di biocarburanti da integrare nel settore trasporti in Europa per il 2020 " sarebbero raggiungibili con un aumento medio delle rese dell'1% e la messa a coltura dei terreni attualmente a riposo. Il risultato? Da una parte meno inquinamento, dall'altra, come si è detto, più reddito per gli agricoltori, dall'altra ancora una netta separazione fra produzioni energetiche e produzioni alimentari senza alcun effetto sui prezzi al consumo.
L'agricoltura, oppure il suo «indotto», possono quindi creare ancora oggi posti di lavoro. Anche se i problemi non mancano. Sempre con riferimento alla produzione di biocarburanti, infatti, è stato sottolineato che questa deve avvenire con materie prime ottenute vicino ai luoghi di consumo. Sarebbe assurdo " anche se oggi accade " produrre biodiesel per poi trasportarlo per centinaia di chilometri consumando una parte dell'energia e magari utilizzando carburanti convenzionali per i mezzi utilizzati. Da qui anche un'idea che si sta facendo strada: la creazione di cosiddetti «microgeneratori» per biomasse locali.
Certo, di fronte a tutto ciò, c'è anche chi può temere il profilarsi di una sorta di involuzione degli orizzonti commerciali agroalimentari. Tutto sta, in effetti, nella capacità di mantenere l'equilibrio fra esigenze di sviluppo locale e interessi generali, così come fra la necessità di valorizzare sui mercati internazionali
alcune produzioni alimentari e sfruttare il comparto per le sue ricadute locali. Ma un dato sembra certo: lo sviluppo agricolo passa anche da qui.