Un noto marchio automobilistico mi informa che dopo il primo car sharing peer to peer lanciato da una rental company, ora allargherà i suoi servizi in linea con i trend della disownership e della sharing economy con un prodotto che consente al player la condivisione dello stesso creando una community fino a dieci user. Superato lo sconcerto iniziale, appendo cortesemente il telefono a un tale che parlava di un delta cash, per dire probabilmente che intendeva una differenza in denaro. Siamo una società globalizzata ma salvo poche parole da sfoggiare come un Rolex, l'abuso di termini inglesi sta assumendo proporzioni preoccupanti. Antichi pseudo anglicismi a parte - no vax, pile, autostop, block notes, slip, beauty case, basket (inteso come sport) e smoking (come abito da sera) per esempio sono parole del tutto sconosciute agli inglesi e ridicole come l'Alberto Sordi di "Un americano a Roma" - il Devoto Oli del 1990 registrava 1.600 termini britannici, e una buona parte erano tecnicismi; 30 anni dopo sono 3.500 e sono straripati nel linguaggio comune. Quella che era una moda, oggi è un complesso di inferiorità. L'italiano pare una lingua incapace di evolvere autonomamente per esprimere la tecnologia, la scienza e il futuro. Come un dialetto però racconta ancora benissimo le sfumature, la poesia e la bellezza. Ce lo faremo bastare.