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L'Italia riparte dal turismo

Francesco Delzio sabato 22 maggio 2021
Oggi lo dimostrano i risultati: quella di Mario Draghi è stata (come spesso nel suo percorso) la decisione giusta al momento giusto. «In Italia siamo pronti a ridare il benvenuto al mondo» aveva annunciato il presidente del Consiglio quasi 20 giorni fa, durante il summit della presidenza italiana del G20 dedicato al turismo. L'immediata conseguenza è stata la decisione del Governo di eliminare la quarantena per chi viene in Italia da Stati Uniti, Paesi UE e Israele, grazie ad un "pass verde" italiano – che ha anticipato di un mese il green pass europeo – riconosciuto a chi si sia già vaccinato con entrambe le dosi, o sia guarito dal Covid da non più di sei mesi o si sia sottoposto a tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti. La mossa ha funzionato: i turisti europei hanno cominciato a riapparire, lentamente, nei centri storici di Roma, Firenze e Venezia. E sono riprese in modo significativo le prenotazioni da Germania, Francia e Gran Bretagna, a partire dal mese di giugno, per città d'arte e luoghi di villeggiatura. Si tratta del segnale più potente della (prossima) uscita dal tunnel. La speranza, economica e psicologica, è che l'entusiasmo della ripartenza in sicurezza possa abbattere i tempi del recupero: per l'Italia vorrebbe dire tornare già nel 2022 alla quota di 27 milioni di arrivi dall'estero, che aveva raggiunto nel 2019. In attesa del ritorno in forze degli stranieri, nell'estate 2021 saranno gli italiani a far rinascere il sorriso sui volti di albergatori e ristoratori. La somma dei vincoli oggettivi, delle paure residue e dei sentimenti di "patriottismo turistico" porterà nei prossimi mesi almeno 22 milioni di connazionali (secondo le prime stime) a scegliere l'Italia per le proprie vacanze. Ma non tutto tornerà come prima: la tragica esperienza del Covid-19 influenzerà le scelte dei viaggiatori stessi, più orientati verso un turismo di prossimità e molto più attenti alla sostenibilità ambientale. Non a caso il PNRR ha stanziato investimenti per 3,4 miliardi dedicati alle attività turistiche, con l'obiettivo di migliorare le strutture ricettive promuovendo un'offerta basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Potrebbe essere la grande occasione per ripensare il modello "pensione Miramare", che negli ultimi vent'anni ha penalizzato il turismo italiano rispetto ai suoi agguerriti concorrenti mediterranei.
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