Ancora più severità, ma anche attenzione verso gli altri. È il duplice traguardo che presto l'Italia potrebbe raggiungere in tema di controlli sulla salubrità e sanità degli alimenti. Da pochi giorni, infatti, il governo ha approvato un disegno di legge che riforma le attuali regole per combattere gli illeciti agroalimentari: un testo che inasprisce controlli e sanzioni ma obbliga anche ad utilizzare in beneficienza i prodotti sequestrati (sempre che non siano dannosi alla salute). Niente e più distruzioni di cibo, quindi, ma un saggio uso dello stesso. Passo importante per tutti, che si aggiunge alla maggiore severità non tanto nei controlli ma soprattutto nella classificazione degli illeciti e nelle pene conseguenti. Quando la nuova legge sarà in vigore (sempre che non venga stravolta dall'iter parlamentare), chi non seguirà le buone regole di produzione, trasformazione, conservazione e distribuzione degli alimenti commetterà dei delitti che potranno, più di prima, avere risvolti penali. Il ddl approvato dal governo, fra l'altro, prevede anche un nuovo tipo di reato. Si parla infatti di «disastro sanitario» che consiste nel provocare con colpa, la lesione grave o gravissima o la morte di tre o più persone, con, in aggiunta, il pericolo grave e diffuso di analoghi eventi ai danni di altre persone. Pressoché completo, poi, il ventaglio di illeciti presi di mira: dall'adulterazione alla contraffazione degli alimenti, passando per la contaminazione dei cibi, le false oppure scorrette informazioni al consumatore, la conservazione non a norma degli alimenti e molto altro ancora come l'inquinamento delle acque e degli alimenti stessi. E non basta, perché a disposizione delle forze dell'ordine per le indagini vi saranno anche le intercettazioni e le operazioni sotto copertura. Italia come eccellenza anche nell'ambito dei controlli igienico-sanitari, dunque. Passo importante sia per il mercato interno che per quello estero. Basta tenere conto che, come ha ricordato la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, illustrando proprio il provvedimento, solo il falso made in Italy agroalimentare costa al Paese circa 100 miliardi di euro ogni anno, mentre il valore delle esportazioni agroalimentari arriva a 42. Serve dunque, come si è detto sopra, ancora più severità. Che è poi quello che chiedono gli agricoltori onesti (e cioè la stragrande parte del settore), quelli che ogni giorno magari devono confrontarsi con chi produce facile e sotto costo. E che agricoltore certo non è.