L'irruzione dello Spid nelle case religiose
È una rivoluzione, imposta anche dalla semplificazione, che avanza inesorabile e che non fa distinzioni tra chi è più o meno abile con il computer e con le diffuse applicazioni sui cellulari. Per questo l'Inps ha tenuto conto delle situazioni oggettive e delle incertezze che possono ostacolare l'utilizzo del nuovo codice Spid, soprattutto negli anziani. Lo Spid ha infatti carattere strettamente personale e non è cedibile ad altri.
Per evitare che l'innovazione possa escludere dai rapporti con l'istituto quanti si trovano in particolari condizioni (i lungo degenti, i disabili, quanti hanno impedimenti fisici, anche temporanei, e quindi i tutori, i curatori, gli amministratori di sostegno ecc), l'Inps ha predisposto una procedura telematica per delegare a una persona di fiducia di operare pubblicamente con lo Spid del delegante con pieni effetti nei confronti di questi. Previa delega convalidata dall'Inps, il delegato viene legittimato a operare verso l'Inps fino ad un massimo di cinque Spid oltre il proprio. Autenticandosi presso l'ente con le sue credenziali, il delegato può utilizzare lo Spid personale per le operazioni di proprio interesse oppure lo Spid ricevuto dal delegato per operare con pieno conto e regolarità. Questa procedura è già attiva sul sito dell'ente da alcuni giorni.
In ogni caso, per le strutture religiose il passaggio al digitale crea, a monte, il problema della attribuzione dello Spid (oppure Carta di Identità Elettronica o Cns) per ogni singolo componente della comunità. Una nuova burocrazia tecnologica, inevitabile pur nella quiete dei conventi.
Il nuovo sistema non modifica la facoltà di delegare a un rappresentante della comunità religiosa la riscossione mensile cumulativa di assegni sociali e altre pensioni dei religiosi.