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L'interruttore

Riccardo Maccioni venerdì 24 dicembre 2021
Quest'anno sotto l'albero sarebbe bello trovare un “augurifilo”, un vocabolario speciale che aiuti chi non trova mai le parole giuste. E un rilevatore elettronico, collegato a una app, che sappia dirci in anticipo quante volte ci pentiremo per il bis di torta alla crema. Scherzi a parte, Buon Natale, che è la festa del Dio che si fa bambino per rimanerci accanto ogni giorno della nostra vita. Come una perenne luce d'amore. E allora ci vorrebbe un interruttore gigante, capace con un semplice click di accendere ogni punto luminoso, così che non resti al buio nessun angolo del mondo, e del cuore. Penso specialmente alle persone che sono o si sentono sole. Gli auguri più caldi sono per loro, per chi non ha nessuna voglia di festeggiare, desidera solo dormire, e si prende la testa tra le mani, e resta a casa piangendo un amore finito o chi non vedrà più. Perché hai un bel dire che bisogna essere allegri. In certi momenti le frasi fatte non bastano, serve condivisione, sostegno, testimonianza. Allora
più che di auguri, questi devono essere giorni di ascolto, di aiuto, di speranza: che a nessuno manchi qualcuno in grado di fargli capire quant'è importante. E visto che l'interruttore l'abbiamo “acceso”, adesso non stacchiamolo più. Così che sia sempre luce. In ogni angolo del mondo, e del cuore. Buon Natale!