Le case di riposo e i vari istituti di accoglienza e di ricovero che ospitano anziani o persone disabili potranno utilizzare i volontari del servizio civile per le necessità previdenziali dei propri ospiti. Si tratta di un originale progetto di utilità sociale, inquadrato nella legge 64/2001 sul volontariato, messo a disposizione degli enti religiosi che intendono aderirvi.
I giovani volontari che operano nel progetto effettueranno un servizio di collegamento tra l'ente interessato e il patronato Acli per il disbrigo delle pratiche previdenziali presso l'Inps, l'Inpdap ed enti similari. L'assistenza dei volontari è focalizzata in particolare sui trattamenti assistenziali per gli invalidi civili, i ciechi e i sordomuti, sulle indennità di accompagnamento e sulle provvidenze per specifiche patologie, ma spazia fino alla verifica delle posizioni contributive, al controllo della esattezza delle pensioni, alla compilazione dei modelli Red per i pensionati.
L'iniziativa è promossa congiuntamente dal Cnec, l'associazione degli economi cattolici, e dalle Acli e la sua operatività è prevista a partire dal prossimo mese di ottobre.
Il trattamento economico dei giovani in servizio civile volontario, di entrambi i sessi e minori di 28 anni, è assicurato dall'Ufficio Nazionale del Servizio Civile (Unsc) e consiste in un rimborso di 14,66 euro netti al giorno, per un totale di 433,80 euro netti mensili, per la durata di un anno. Insieme al rimborso forfetario è garantita dall'Unsc una copertura assicurativa per i rischi di infortunio, per rimborso spese di cura e per responsabilità civile verso terzi.
Il periodo di servizio civile è riconosciuto valido, a tutti gli effetti, per l'inquadra-mento economico e per l'anzianità lavorativa ai fini dei trattamenti di previdenza del settore pubblico e privato. A richiesta del volontario, lo stesso periodo può essere riconosciuto come contribuzione "figurativa", valida per raggiungere il diritto e la misura delle prestazioni liquidabili nell'assicurazione generale obbligatoria dell'Inps.
Con una recente precisazione (messaggio n. 22604 del 15 giugno scorso) l'Istituto di previdenza ha eliminato un possibile ostacolo alla partecipazione ai progetti di servizio civile per i giovani che già vi operano o che intendono parteciparvi. Il volontario che, nella qualità di studente, sia titolare di una pensione di reversibilità, da solo o insieme ad altri familiari, non perde il diritto alla pensione per il fatto di essere impegnato nei progetti.
L'Istituto spiega che le attività di servizio civile non instaurano un rapporto di lavoro né comportano la sospensione e la cancellazione dalle liste del collocamento o dalle liste di mobilità. Poiché le prestazioni di servizio civile non si configurano come prestazioni di lavoro retribuito, permane il diritto del volontario a percepire la pensione di reversibilità durante il periodo annuale di partecipazione ai progetti.