Iniziano da questa settimana i cicli di cure termali per il 2014 organizzati dall'Inps e si concluderanno con il turno in calendario dal 24 novembre al 6 dicembre. L'Istituto di previdenza ricorda che le domande per le cure possono essere presentate, esclusivamente per via telematica, nel periodo dal 1° gennaio al 31 ottobre dello stesso anno in cui si desidera effettuarle.Alle terme sono ammessi i lavoratori dipendenti, gli autonomi e i lavoratori parasubordinati (co.co.co., professionisti senza previdenza ecc.) che non utilizzano le cure offerte dalle Asl o da altri enti. Gli interessati possono scegliere sia il turno quindicinale delle cure sia la struttura alberghiera/termale fra quelle convenzionate con l'Inps. Unico obbligo quello di comunicare alla sede locale dell'Istituto, a mezzo fax, il turno e la struttura prescelti. Per garantire l'efficacia e la tempestività della terapia richiesta, la cura deve iniziare entro 90 giorni dal provvedimento di accoglimento della domanda (riporta allegato il calendario dei turni 2014).Stabilimenti termali. Per la stagione in corso si registrano nuove adesioni di alberghi e stabilimenti termali alla convenzione con l'Inps. Si tratta complessivamente di 351 strutture (164 per le cure respiratorie e 187 per le artropatie). L'elenco completo e aggiornato è consultabile direttamente presso le sedi dell'ente. L'assicurato deve contattare l'albergo prescelto, almeno 10 giorni prima dell'inizio delle cure, e prenotare le terapie nel turno di calendario preferito.L'Inps sostiene direttamente le spese per il soggiorno nell'albergo prescelto (classificato almeno a "tre stelle"), mentre sono a carico dell'assicurato le spese di viaggio per raggiungere la località termale nonché il ticket sulle prestazioni sanitarie. In caso di rinuncia o di rinvio del turno di ammissione, occorre darne immediata notizia sia all'Inps sia al complesso presso il quale erano stati prenotati soggiorno e cure.Clero escluso. L'accesso alle terme, riconosciuto a tutti gli assicurati dell'Inps, è invece precluso ai sacerdoti iscritti al Fondo clero. Si tratta di una lacuna della legislazione per i ministri di culto, che potrebbe essere facilmente colmata con una lettura non bizantina delle norme. L'esclusione contrasta con i principi della Costituzione che garantiscono il diritto alla salute e alla sua protezione in qualsiasi ambito sociale e lavorativo, diritto sempre più riconosciuto in numerose sentenze sulla materia sia della Consulta sia della Cassazione. Quest'ultima riconosce nel ministero sacerdotale un impiego di energie fisiche e psichiche pari a quelle richieste a un comune lavoratore.