Sembra una canzone d'amore, L'inguaribile voglia di vivere. E in effetti all'ascolto regala energia, gioia, sorrisi. Solo che non è dedicata a un amore: è scritta per un amico il cui corpo è intrappolato fra le spire di una malattia degenerativa inguaribile. «Il tuo sorriso in gabbia si accende negli occhi miei, ma chi sei, come fai, dove andrai? Sembri un guerriero libero, e ti basta uno sguardo per parlarmi d'amore… e del dolore che hai. Non ti arrendi mai, sei una montagna agli occhi miei… Un gigante mi appari, in questo splendido mare che si chiama volontà… Le creature che ti vivono intorno respirano la forza che dai, io ti chiamo, mia speranza, rispondi a quelli come me, che non sono un bel niente davanti alla tua inguaribile forza di vivere, inguaribile voglia di vivere… Che bella luce che c'è, nel tuo giardino, e che bel fiore che c'è: nel mio giardino non c'è…». Non c'è? Un attimo, Ron, aspetta un attimo. Ferma il canto. Sei sicuro? Sei sicuro che nel tuo giardino non ci sia luce, non ci siano fiori? Anche se si tratta solo di canzonette, ci vogliono comunque un cuore grande e un coraggio forse ancor più grande, per cantare di note e di parole tutta la forza e tutto l'amore che servono a sfidare, giorno per giorno, una malattia.