La vecchia storia delle quote latte torna alla ribalta delle cronache agricole, e non solo per alcune recenti vicende giudiziarie. Il fatto è che gli allevatori, quelli rimasti, rischiano quest'anno di dover tornare a pagare all'Unione europea le multe provocate dal cosiddetto "splafonamento della produzione", cioè determinate dall'eccesso di latte prodotto rispetto a quanto stabilito dall'Europa. È una prospettiva che getta una brutta luce su un comparto che tanto ha fatto in questi anni per ristrutturarsi e darsi più efficienza.A dare l'allarme sul rischio-multe è stata la Coldiretti. Dopo tre anni sarebbe tornato il pericolo multe con la produzione nazionale 2012/2013 che rischia di superare il fatidico tetto (10 milioni e 883mila tonnellate), assegnato, appunto, dall'Ue al nostro Paese. Anzi, a metà campagna, è stato spiegato, pare si sia già registrato un incremento della produzione del 2% circa rispetto alla precedente annata: un esubero di 150mila tonnellate, che si tradurrebbe in un prelievo nazionale pari a 40 milioni di euro.Insomma, torna inaspettato lo spettro delle multe sulla produzione di latte che aveva innescato esattamente 30 anni fa una delle vicende più complicate e tutto sommato tristi della storia recente dell'agricoltura nazionale ed europea. Un brutto episodio culminato addirittura in numerosi e ripetuti blocchi stradali, e manifestazioni di piazza che hanno contribuito a denominare l'intera vicenda come "guerra del latte".Alla base di tutto questo, le decisioni assunte dall'Europa nel 1983 a causa di insostenibili esuberi di produzione, con le quali ad ogni Stato venne assegnato un tetto produttivo oltrepassato il quale sarebbero scattate pesanti sanzioni a carico dei produttori. All'Italia andò una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Le spinte del mercato, le speculazioni di alcuni, il malaffare di altri, condussero il comparto lattiero nazionale ad accumulare una supermulta di quasi 4mila milioni di euro. Di questa cifra, 1.700 milioni sono stati pagati dallo Stato, un'altra parte per ora non è esigibile per questioni legali, un'altra ancora (circa 800 milioni), deve essere pagata dagli allevatori. L'Agea (Agenzia per l'erogazioni in agricoltura) ha intimato quindi il pagamento a circa 2.000 produttori coinvolti; 600 di questi devono pagare somme superiori a 300mila euro, cioè la gran parte del debito. La stragrande maggioranza dei circa 40mila allevatori presenti in Italia nel corso degli ultimi anni si è invece messa in regola acquistando o affittando quote.Il profilarsi di una nuova multa sarebbe adesso decisamente troppo, non solo per le casse degli agricoltori, ma anche per l'immagine che il nostro sistema agroalimentare ha costruito nel tempo e che deve essere mantenuta. Soprattutto anche tenendo conto che quella corrente è la terz'ultima campagna lattiera in cui vige il regime delle quote che verrà abolito nel 2015.