L'importanza di tenere "in efficienza" il territorio
(al primo posto tra gli importatori di prodotti alimentari italiani), degli Stati Uniti, della Francia e della Gran Bretagna. Gli strumenti per fronteggiare tutto questo non sono molti. Occorre produrre di più ed a condizioni più vantaggiose. Serve, cioè, contrastare i costi in aumento senza riversare tutto sul consumatore. Quanto predisposto da governo italiano e Unione europea va in questa direzione, anche se gli effetti non saranno immediati. Dopo il Covid-19, l'agricoltura e l'industria alimentare continuano comunque a dimostrare la loro strategicità per il Paese che si accorge, forse troppo tardi, di quanto sia importante avere un sistema agroalimentare efficiente. Un'efficienza che, tra l'altro, passa anche per la capacità di mantenere il territorio agricolo in buone condizioni, in grado di produrre alimenti ma anche benessere. E sicurezza. Ed è un caso della storia e del calendario, ma è un caso che deve far pensare, che proprio questi giorni di grandi dibattiti sul ruolo dell'agricoltura coincidano con l'anniversario dei cento anni dalla messa a punto di quell'idea di bonifica integrale dalla quale è iniziato il complesso e vario lavoro dei consorzi di bonifica (raccolti adesso dalla ANBI) che ancora oggi contribuiscono proprio a tenere “in efficienza” la base produttiva dalla quale nasce quell'agroalimentare italiano che tutto il mondo ci invidia.