«Brindo alla salute e al successo del primo compositore inglese d'avanguardia, il maestro Edward Elgar!»: con questa consacrazione ufficiale, appena dopo la prima esecuzione dell'oratorio di Elgar Il Sogno di Gerontius, nel maggio del 1902 Richard Strauss rendeva pubblico omaggio all'arte e all'ingegno del collega britannico.
Autore conosciuto e apprezzato quasi unicamente per la fortunata parabola creativa in ambito profano - all'interno della quale si contano, fra gli altri, le celebri Enigma Variations, l'Elegy per archi, due sinfonie, due concerti solistici, alcune interessanti Ouvertures e le patriottiche marce Pomp and Circumstance - lungo tutto l'arco della sua carriera Edward Elgar (1857-1934) si è tuttavia sempre dedicato alla composizione di opere di carattere religioso, dando vita a un ricco catalogo di lavori troppo spesso liquidati dai manuali come generica "musica sacra", senza che se ne specifichino entità e identità, numeri e titoli; si tratta invece di un patrimonio di particolare interesse, risultato fra l'altro determinante nello strappare l'entusiastico attestato di stima del grande Strauss.
A tale lacuna pone parziale rimedio il disco intitolato Elgar Cathedral Music (pubblicato da Hyperion e distribuito da Sound and Music), all'interno del quale troviamo raccolte alcune delle più affascinanti e ispirate composizioni spirituali del musicista; a intonarle, l'impeccabile Coro della Cattedrale di Worcester, compagine vocale attraverso cui lo stesso artista entrò a suo tempo in contatto con la più nobile tradizione corale inglese.
Opere profondamente radicate nell'alveo della "Sacra Romana Chiesa", ma frequentemente utilizzate anche nel contesto dei servizi liturgici anglicani; salmi, grandi anthems e mottetti celebrativi che, nella loro semplicità e immediatezza espressiva, si lasciano apprezzare per la trasparenza dell'impianto armonico e la disarmante bellezza delle loro melodie, attraversate da vaghe reminiscenze tardoromantiche. Un mondo di mistica poesia che si impone sin dai due splendidi brani iniziali del disco, l'Ave verum corpus el'Ave Maria, che il Worcester Cathedral Choir interpreta con autenticità e immedesimazione davvero commoventi.