L'Hilliard racconta 200 anni di fede con la musica medievale inglese
"Virgilio" virtuale di questo cammino a ritroso nel tempo, l'eccellente formazione dell'Hilliard Ensemble (tra le cui fila allora militavano il basso Paul Hillier, il controtenore Ashley Stafford, i tenori Paul Elliott, Leigh Nixon e Rogers Covey-Crump) ha raccolto una preziosa selezione di lavori perlopiù ad opera di anonimi compositori che hanno contribuito in modo decisivo all'affermazione della cosiddetta contenance angloise: di quel "contegno" " richiamato mediante ritmi fluenti, melodie soavi e calibrate proporzioni tra le linee del contrappunto " grazie al quale la scuola polifonica radicata nelle isole britanniche ha trovato largo seguito in gran parte dell'Europa coeva.
Un disco bello e intenso, che impone una sosta e stimola una riflessione; come musiche concepite in epoche così lontane, opportunamente interrogate, conservino ancora intatto il fascino del loro messaggio originale. Un risultato ammirevole, che l'Hilliard raggiunge grazie a una padronanza tecnica miracolosa, cesellando e calibrando ogni emissione di voce, assecondando stacchi di tempo imposti dall'interno degli stessi brani; dando vita a un vero e proprio "teatro dell'anima", in cui sono di scena gli eterni e immutabili sentimenti dell'umanità di fronte al Mistero.