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Ubaldesca Taccini. L’essenzialità è lo stile che ci permette di fare miracoli

Matteo Liut martedì 28 maggio 2024
È la via dell’essenziale è l’unica che porta all’infinito amore di Dio. E su questa strada abbiamo bisogno di lanterne che illuminino i passi ogni giorno, come i testimoni della spiritualità che proprio di questa ricerca hanno fatto un cammino verso la santità. Come fece santa Ubaldesca Taccini, maestra di spiritualità e di carità, umile testimone di una fede che alimenta l’anima, espressa in una vita di sacrifici e di donazione totale ai bisognosi. Nata a Calcinaia nel 1136 da genitori di umili condizioni, era figlia unica e crebbe nella fede cristiana e nella devozione, distinguendosi fin da giovane nella cura degli ultimi. All’età di 15 anni andò a Pisa ed entrò nell’ordine gerosolimitano di san Giovanni (istituito pochi anni prima nel 1099 a Gerusalemme presso la Chiesa di san Giovanni Battista sotto la regola di sant’Agostino), fermandosi nella Chiesa di San Sepolcro (costruita nei primi anni del XII secolo dall’architetto pisano Diotisalvi). Per tutti i suoi 55 anni di vita religiosa seguì la via della penitenza, della preghiera e della carità. Già in vita le furono attribuiti di versi miracoli, segni che si moltiplicarono dopo la sua morte, avvenuta il 28 maggio 1206, festa della Santissima Trinità. Altri santi. San Germano di Parigi, vescovo (VI sec.); san Paolo Hanh, martire (1826-1859). Letture. Romano. 1Pt 1,10-16; Sal 97; Mc 10,28-31. Ambrosiano. Es 6,29-7,10; Sal 104 (105); Lc 4,25-30. Bizantino. Rm 4,4-12; Mt 7,15-21. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata