Meravigliosa l'ultima copertina per "la Lettura. Corriere della sera" firmata da Nanni Balestrini, avanguardista a tutto campo, immodificabile come la plastica e come il vuoto. Quella copertina, sia detto senza offesa, è una sua opera. Opera grafica? letteraria? antiletteraria? politica? Balestrini è ineffabile, come altro si può definire un tale scrittore? Dei magnifici cinque "novissimi" poeti dell'allora Gruppo 63, in quell'antologia memorabile che fece, ahimè, scuola mezzo secolo fa, Balestrini si segnalò subito come il più bravo nel riempire il vuoto. Questo modo di fare non lo ha inventato lui. Proprio in questo Balestrini è ineffabile: lui non inventa niente. Nelle arti visive la provocazione cosiddetta d'avanguardia (parola di plastica) è la regola. Tre o quatto volte nel Novecento la provocazione fu geniale. Ma se il genio, dopo aver rivelato con una provocazione la perversa stupidità dell'epoca, non la smette di fare lo spiritoso, allora diventa stupido o si arricchisce (ma le due cose, come si sa, non si escludono).Balestrini, anche lui, non è mai stato una cosa sola. Èsempre una cosa e il suo contrario. È un puro formalista ma anche un ossessivo contenutista. Il vuoto della suddetta copertina per "la Lettura" consiste in un collage di parole intere o monche ritagliate dai giornali. A prima vista non si legge granché, sembra una pallottola di carta da buttare nella spazzatura. Eh, no! Se osservi, se ti concentri, caro lettore, Balestrini dice, comunica. Il messaggio è che (se si hanno occhi per vedere) nella confusione della parole del mondo, parole da buttare, ce n'è sempre una che torna e non muore. Questa parola la si legge in alto come cripto-titolo del collage: «La rivoluzione non è». Come dire: non è mai quello che voi credete, è ben altro. C'è anche se non c'è. Che altro si legge? Vediamo: «per un nuovo inizio», «dal baratro», «ismo», «il comu», «arma», «per rinascere», «sfida finale», «in rivolta», e poi la parola «capitale» interrotta dalla parola«rivoluzione». Al centro c'è un nome: Nanni Balestrini. È lui senza dubbio l'autore dell'opera. Da dire non ha molto. Ma, complimenti.