I meccanici sono il passato, ora l'automobile ha bisogno di addetti alla componentistica elettronica. Non di operai da catena di montaggio, ma di ingegneri delle telecomunicazioni. L'auto torna a chiamare lavoro, e con la crisi del comparto alle spalle nascono nuove opportunità. Ma è un lavoro diverso, con competenze e ambiti apparentemente lontani dalle ruote. La realizzazione di smart car sempre più connesse con i cellulari e con la rete Internet, lo sviluppo di processi industriali sempre più automatizzati e interconnessi, e di tecnologie di propulsione sostenibili a impatto ambientale ridotto, stanno portando i costruttori e la filiera di componenti e tecnologie industriali a creare in casa propria comparti produttivi strategici e a investire su competenze altamente specializzate. A sottolineare questo trend è la società di ricerca e selezione di profili manageriali Wyser che conferma in una sua indagine come nell'industria delle quattro, ma anche delle due ruote, siano sempre più ricercati profili nell'ambito dell'ingegneristica meccatronica, oltre a competenze specializzate in tema di programmazione di sistemi Hardware e Software applicati alla mobilità, e tecnologie di propulsione ecosostenibili. Connettività, automazione ed elettrificazione sono i macro trend che già guidano lo sviluppo dei costruttori per rispondere alla digitalizzazione che sta modificando i processi e l'offerta. Cresce dunque la richiesta per ingegneri elettronici o delle telecomunicazioni per la ricerca e sviluppo di soluzioni e sistemi di bordo. Al momento, tali figure sono particolarmente ricercate tra Piemonte, Emilia, Lombardia e Veneto e – sottolinea Wyser nella sua indagine – a seconda della mansione, remunerate con stipendi lordi compresi tra i 38 e gli 95mila euro.
La necessità di formare competenze altamente specializzate è molto sentita dagli stessi marchi automobilistici. Lo prova il fatto che brand come Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso hanno collaborato con le Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia e Parma, per la realizzazione di Muner, la prima accademia mondiale per l'automotive che punta a formare l'elite ingegneristica del futuro. La Motorvehicle University of Emilia-Romagna di Bologna offrirà due lauree magistrali internazionali con corsi integralmente in inglese che partiranno a settembre. L'hub creato nel cuore della Motor Valley emiliana punta ad attrarre i migliori studenti di tutto il mondo per dare un futuro a chi saprà progettare i veicoli stradali e da competizione, i sistemi di propulsione sostenibili e i sottosistemi per le funzionalità intelligenti e gli impianti di produzione all'insegna dell'Industria 4.0.