Il «principio di autodeterminazione», su cui si fonda la costruzione politico-giuridica e individualista dell'«etica laicista», «non ricorre mai – scrive l'Unità (martedì 3) – nella nostra Costituzione né nell'accezione "internazionalistica" né in quella privatistica riferita agli individui». È un'ammissione che demolisce tutta la "filosofia" del laicismo con le sue costruzioni: divorzio, aborto, fecondazione artificiale, unioni omosessuali, eutanasia, e che demolisce tutti i cosiddetti diritti (meglio, i "distorti") civili. Il mondo laicista, dunque, si era accorto della incostituzionalità, ma non lo confessò e invece «fece ricorso al concetto di autodeterminazione per risolvere la spinosa questione dell'aborto: definire l'interruzione volontaria della gravidanza "un diritto" generava seri dilemmi etici e giuridici». Infatti, – prosegue l'Unità – «la dinamica innestata dall'affermazione di un diritto soggettivo all'aborto conduce inequivocabilmente ad attivare il diritto potenzialmente confliggente di altri soggetti (il padre del nascituro e lo stesso nascituro), mentre parlare di autodeterminazione della donna consentiva di sfuggirvi». Inoltre, questo "principio" «si fondava sulla positiva e peculiare potenzialità umana delle donne». Insomma, una cinica vigliaccheria basata sul potere del più forte. Tanto più che ciò «non significa che ogni donna abbia l'assoluta, autonoma padronanza sulla maternità. La sua libertà trova il limite nella libertà del bambino che non può e non deve perderla diventando oggetto di dono o di scambio mercantile». E allora? Come non detto: «La condanna di questa pratica mette a rischio l'autodeterminazione... Se ne incrinano le basi stesse». Così i bambini da abortire non conosceranno mai che cosa vuol dire "diritto alla vita", mamma, amore, dono. Faranno appena in tempo a sperimentare l'ipocrisia laicista.SACRIFICI UMANII giornali hanno diffuso l'ultima scoperta sugli embrioni umani. Due laboratori di New York e di Cambridge (Gran Bretagna) hanno scoperto – spiega il Corriere della Sera, giovedì 5 – che nei primi 13 giorni di vita uterina, cioè durante l'impianto, gli embrioni (le "blastocisti") «non hanno nessun rapporto con il corpo materno: gli embrioni sono capaci di auto-organizzarsi», ma non avrebbero ancora «acquisito una vita individuale», non mostrando ancora quella «stria primitiva» che segna l'inizio di un sistema nervoso e quindi – dicono – del processo che li farà diventare persone. A parte l'opinione di chi sostiene che il primo dialogo avviene quando l'embrione riceve dalla madre la segnalazione del punto in cui deve annidarsi, la suddetta scoperta suggerisce un interrogativo: si dirà che anche l'embrione conosce e usa il principio di autodeterminazione? Se è no, resta il fatto che, dopo l'esame, gli embrioni sono lasciati o fatti morire: i sacrifici umani sono tuttora in uso.