Un buono di 500 euro per l’acquisto di bici e monopattini, settore che contribuisce allo 0% del Pil. Zero euro all’automobile, che rappresenta con quanto produce il 10% dell’economia del Paese. Basta questa disparità per farsi un’idea dell’ingiusta e autolesionista politica scelta nei confronti della mobilità dal Decreto Ripartenza. Ma il mondo dell’automotive, illuso da anni di “tavoli” sul nulla con le istituzioni e ridotto alla canna del gas dalle conseguenze della pandemia, anzichè piangere ora dovrebbe farsi un profondo esame di coscienza. E reagire con i fatti alla propria totale incapacità di fare lobby a livello politico, parlando con una voce sola e autorevole che superi i rivoli di troppe pallide associazioni di categoria. Non è un caso che l’auto sia scomparsa dalle agende del governo da quando Fiat nel 2011 uscì da Confindustria: dieci anni dopo, potrebbe svegliarsi dal sonno per evitare che diventi eterno.