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L'auto da comprare online piace, ma non convince tutti

Alberto Caprotti mercoledì 30 novembre 2016
Un conto è ordinare una pizza, o prenotare un hotel. Un altro acquistare un'auto: la filosofia è identica, cambia (per ora) la modalità. Ma occorrerà abituarsi, dopo che Fiat ha aperto la strada: già da qualche giorno, infatti, grazie ad un accordo con Amazon è possibile scegliere online alcuni modelli del marchio a condizioni vantaggiose, e definire configurazioni, allestimenti, optional e colori. L'acquisto vero e proprio sarà poi finalizzato nel concessionario Fiat designato e la vettura consegnata, spiega una nota, «nel più breve tempo possibile». Non è la prima volta in assoluto. Già un anno fa Toyota aveva provato a vendere un'edizione speciale della sua city car Aygo sempre su Amazon, ma si trattò di appena 50 vetture. Anche Citroën da poche settimane ha inaugurato la vendita online di 129 esemplari della C3 Facebook, serie limitata destinata ai patiti dei "social". Il marchio francese ha appena concluso una campagna che consentiva attraverso Amazon Prime di prenotare una prova a domicilio della nuova C3.
La tendenza è segnata, ma i risultati tutti da verificare. Secondo un sondaggio realizzato da Fca sulla disponibilità degli italiani ad acquistare una vettura su internet, più di uno su due ha risposto in modo affermativo. «Sono soggetti tra 30 e 40 anni, uomini e donne, con istruzione e condizione economica medio-alta», spiega Gianluca Italia, responsabile vendite Fca Italia. «Nel marketing li chiamiamo "Early Adopters", persone appassionate di tutto ciò che è nuovo, che vogliono essere sempre le prime a sperimentare novità e nuovi sistemi di acquisto». L'altro dato interessante emerso dal sondaggio è che il 97% di coloro che acquisterebbero un'automobile online vorrebbe però comunque ritirarla presso un concessionario. Perché la percezione che un bene di valore come una vettura non possa essere gestito come un paio di scarpe, per fortuna, resiste. In realtà nemmeno su Amazon si compra realmente l'auto online, ma si guadagna tempo e l'accesso a una corsia preferenziale dal concessionario.
Se in Italia l'e-commerce cresce (ma riguarda solo il 34% della popolazione contro la media europea del 43%), nelle quattro ruote insomma è ancora agli albori. E non trova seguaci entusiasti ovunque: «La digitalizzazione delle vendite è ovviamente ben venuta – spiega Fabrizio Longo, direttore di Audi Italia –. Il ruolo della concessionaria è cambiato e il cliente arriva da noi generalmente già ben informato sul prodotto grazie anche alla rete. Come dicono gli americani: "Less bricks, more cliks" (meno mattoni e più contatti in rete). Ma il prodotto resta centrale: impossibile non farlo vedere e toccare dal vivo. Il cliente si fidelizza di persona, va seguito e aiutato: la vendita online non entra nella nostra filosofia».