L'atletica raccontata dall'uomo del parco
Ne è venuta fuori una storia meravigliosa e, soprattutto, a lieto fine. Il giornalista Alfredo Varona lo ha rintracciato, non senza fatica e con un colpo di fortuna, in un parco di Madrid. Joaquín Carmona è infatti un senzatetto di 46 anni, dorme su un materasso in quel parco e non twitta da tre mesi perché, per farlo, si appoggiava al wi-fi di una biblioteca, chiusa per lockdown, appunto. Possiede un laptop, unica cosa rimastagli dalla sua vita precedente, ma per funzionare quel computer ha bisogno di una presa di corrente e della connessione gratuita a internet che trovava, appunto, in quella biblioteca. Carmona ha raccontato, dopo un po' di insistenze, la sua storia: il lavoro perso, le notti al parco, qualche doccia ai bagni pubblici pagando 50 centesimi. E, nel flusso del suo racconto, una frase fulminante: «Twitter è una terapia che mi permette di alleggerire tutto ciò e mi permette di scrivere di una delle mie più grandi passioni, l'atletica leggera. Sapere che posso intrattenere le persone su Twitter mi porta a pensare che, nonostante tutto, sto facendo qualcosa di giusto».
L'uomo è un animale narrante, per sopravvivere ha bisogno di storie. Questa è una meravigliosa storia (anzi, una storia di chi racconta storie) e dimostra che non solo il gesto in sé è terapeutico, tanto per chi scrive quanto per chi ascolta, ma che quando l'oggetto delle storie è lo sport, l'intensità è ancora più forte.
Il lieto fine? La comunità (che bella parola che forse stiamo riscoprendo) degli appassionati delle storie di Carmona, nel frattempo arrivato a 30.000 followers su Twitter, si è messa in moto con una raccolta di denaro. E probabilmente la vita di Joaquín Carmona, grazie a quel suo gesto narrativo spontaneo e gratuito, potrebbe avere una seconda opportunità.