L'arte di curare
Eppure, fin dall'antichità – pensiamo ai testi di Omero – l'arte di curare contemplò sempre il ruolo terapeutico della parola. Patroclo, per esempio, non si occupa della ferita della freccia che ha colpito Euripilo soltanto con la sua abilità chirurgica e con droghe che placano il dolore, ma con le parole incantatrici con cui lo diletta. La parola è insomma una parte significativa della complessa arte di curare. Si credeva - e, secondo me, non a torto - che la parola ha la proprietà di modificare l'animo umano. È davvero bella l'esclamazione che troviamo in una delle tragedie di Eschilo: «Non sai, o Prometeo, che ci sono discorsi che curano l'infermità?». E una delle richieste più commoventi fatte a Gesù, nei Vangeli, si pone in questa linea: «Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito» (Mt 8,8).